Si avvicina l’ora dell’incriminazione per gli attentati a Bruxelles nel 2016 – Ad un anno dall’epilogo giudiziario del 13 novembre 2015 in Francia, il processo per gli attentati jihadisti del marzo 2016 a Bruxelles si avvicina a sua volta all’esito, con la parola data da martedì alla procura per la sua incriminazione.
Nel corso di cinque giorni di udienza, di norma fino al 6 giugno compreso, i due procuratori federali devono individuare gli elementi di colpevolezza che gravano su ciascuno dei dieci imputati, in questo fascicolo giudicato dalla Corte d’Assise di Bruxelles da dicembre.
Nove di loro, tra cui il francese Salah Abdeslam e il suo amico d’infanzia del comune di Molenbeek Mohamed Abrini a Bruxelles, devono rispondere di “assassini terroristici” e incorrere nell’ergastolo.
Un decimo imputato, Ibrahim Farisi, sospettato di aver aiutato a ripulire e svuotare uno dei covi dei jihadisti, è sotto processo per “partecipazione ad attività di un gruppo terroristico” e rischia fino a dieci anni di carcere.
La mattina del 22 marzo 2016, due uomini si sono fatti esplodere all’aeroporto internazionale di Bruxelles-Zaventem, e un terzo un’ora dopo nella metropolitana della capitale europea, uccidendo 32 persone e ferendone centinaia. Un migliaio di persone si sono costituite parti civili.
Il duplice attentato suicida, rivendicato dal gruppo jihadista Stato Islamico (IS), è stato perpetrato da una cellula pilotata dalla Siria dal belga-marocchino Oussama Atar, già all’origine degli attentati del 13 novembre 2015 in Francia (130 morti) .
Risultato: sei dei dieci imputati a Bruxelles – tra cui Abdeslam, Abrini e Atar, processati in contumacia perché presunti morti in Siria – erano già preoccupati per il processo di Parigi conclusosi nel giugno 2022.
Per loro, alle pesanti condanne pronunciate in Francia, si aggiungerebbe una nuova condanna .
Verdetto di colpevolezza a luglio
Salah Abdeslam , 33 anni, unico sopravvissuto dei commando del 13 novembre , è stato condannato all’ergastolo un anno fa, e Mohamed Abrini, 38 anni, che aveva accompagnato il “convoglio della morte” a Parigi, all’ergastolo con 22 anni di cauzione.
A Bruxelles , durante i sei mesi di un’udienza segnata dalle polemiche (le perquisizioni ritenute illecite dell’imputato con controllo quotidiano delle parti intime, dopo l’episodio del cubicolo non conforme), poche sono state le scuse da parte degli imputati e poco nuove informazioni sulla cella o sulla presunta mancanza di sorveglianza da parte delle autorità.
La Sicurezza di Stato – l’intelligence civile in Belgio – è rimasta evasiva su ciò che ha permesso ad Atar, veterano del jihad che ha soggiornato nelle carceri americane in Iraq negli anni 2000, di tornare a combattere nel 2013 mentre era nel mirino delle autorità.
Diversi imputati hanno espresso la loro rivolta o addirittura il loro “odio” di fronte ai bombardamenti della coalizione internazionale sulle aree detenute dagli insorti IS.
Abdeslam, ha detto che sarebbe dovuto andare in Siria, dopo essere sopravvissuto il 13 novembre a causa di una cintura esplosiva difettosa.
L’accusa federale dovrebbe ripetere che non crede alla sua innocenza. Per l’accusa, il francese doveva sapere che altri attentati si stavano preparando in Europa, avendo condiviso la vita quotidiana dei membri della cellula a Bruxelles fino al suo arresto, il 18 marzo 2016.
Alla requisitoria seguiranno circa un mese di memorie, delle parti civili e poi della difesa.
Se almeno un imputato viene dichiarato colpevole , il che è indubbio, l’accusa deciderà in un secondo tempo sulle sanzioni richieste. Questo passaggio è atteso per settembre, dopo il verdetto di colpevolezza della giuria popolare a luglio.