“Terremoto in Marocco, basta polemiche sterili e strumentali” – INTERVISTA / SOUAD SBAI La popolazione sta mostrando solidarietà e coraggio nel prestare soccorso. Fuori luogo le polemiche sull’accettazione selettiva degli aiuti da parte del Marocco. E assurde le polemiche italiane: “Strumentalizzare il dramma del Marocco per attaccare indirettamente il governo italiano è vile e inopportuno”. Parla Souad Sbai.
È certamente il sisma più forte che il Marocco abbia subito, almeno dal 2004, quando le scosse nella regione settentrionale del Rif causarono più di 600 morti. Il Paese conosce le conseguenze dei terremoti: nel 1960 un terremoto di magnitudo 5.8 rase al suolo Agadir. Le vittime furono 15mila, quasi un terzo della popolazione della città. Le placche tettoniche su cui si trova il Marocco si muovono di circa 4-6 mm all’anno, rendendo i terremoti un avvenimento poco frequente nella zona e difficilmente prevedibili, secondo il Centro nazionale per la ricerca scientifica e tecnica di Rabat. Quella delle scorse ore è una scossa che si è propagata lungo i monti dell’Atlante, percorrendo 400 chilometri e facendosi sentire anche in Spagna.
Ne parliamo con Souad Sbai, giornalista (nostra firma), di origine marocchina, già deputato per l’Italia e presidente dell’Associazione per le donne marocchine in Italia (ACMID).
Quali notizie le arrivano dal Marocco?
Mentre parliamo siamo a oltre 2500 vittime. Lo stesso vale per i feriti. I paesi crollati e rasi al suolo sono centinaia. L’epicentro del sisma, dopo più di 48 ore di distanza, è in piena emergenza. Il Paese è devastato e la gente vaga nel terrore di quello che potrebbe ancora arrivare: la terra continua a tremare.
Le notizie che arrivano dalla Chiesa cattolica locale sono terribili.
È vero. Penso ai cittadini di Marrakesh che hanno perso la casa e ora hanno bisogno letteralmente di tutto: cibo, acqua potabile, vestiti. Tante persone sono per strada senza nulla con cui cambiarsi.
Resterà aperta a lungo la ferita per Marrakesh, città così importante per il turismo del Paese?
Marrakesh è una città protetta dall’Unesco, ha retto per secoli. E non è vero, come qualcuno ha detto, che ci sono costruzioni fatte di terra. Certo, intorno ci sono anche dei villaggi, ma la città ha una storia secolare. Quello della zona è un popolo solare, un popolo allegro e quell’allegria tornerà. Hanno lo spirito giusto per rialzarsi.
Chi volesse inviare aiuti come si deve comportare?
Meglio aspettare indicazioni precise. Non è certo che il sisma sia finito. Solo ieri mattina c’è stata una scossa che si è sentita fino a Casablanca, ma anche Spagna e Portogallo.
Come ha risposto il Paese?
I soccorsi marocchini erano già sul posto dalla notte del terremoto. Per quello che è stato possibile gli ospedali si sono attivati, così come anche l’esercito. È straordinaria anche la solidarietà interna. Il popolo marocchino ha mostrato tutto il coraggio e forza che poteva. E le immagini che arrivano sono eloquenti: da Tangeri a Marrakesh c’è una coda infinita di persone in strada che aiuta come può, e sopratutto mette a disposizione generi alimentari.
Nelle turbolenze africane, il Marocco è uno dei pochi Paesi stabili. Questo particolare, non di poco conto, come sta influendo in queste ore drammatiche?
Il Marocco è una nazione tranquilla, l’unica dell’area che ha investito molto contro il terrorismo. Non pensa di rialzarsi da solo. C’è bisogno di aiuto e lo chiederà a tempo debito. In queste primissime ore si sta ancora capendo quali sono i danni e se è davvero tutto finito.
Ci sono diversi Paesi, però, che hanno già teso la mano. È vero?
Da Saragozza diversi mezzi della protezione civile spagnola hanno raggiunto alcune delle aree più disastrate. E da Abu Dhabi, Dubai e Doha stanno decollando aerei con all’interno mezzi di ogni tipo e squadre di soccorritori.
Anche l’Italia non ha esitato a mostrarsi generosa?
Presidenza del consiglio, Farnesina e presidente della Repubblica, stanno offrendo aiuti concreti a un popolo marocchino letteralmente piegato dal terremoto. Il Marocco è legato a molteplici interessi commerciali con l’Italia, anche se non rientra geo politicamente nel Piano Mattei. Il motivo è semplicissimo: si tratta dell’unico Stato del Nord Africa che non possiede né gas né petrolio e che proprio per questo ha sviluppato altre fonti energetiche innovative, dal fotovoltaico all’idrogeno. Eppure, dicevamo, anche se non rientra nel Piano Mattei, il Marocco è importante per l’Italia e, estendendo il discorso, per l’Europa. Il porto di Tangeri è un affaccio di rilievo internazionale per i passaggi tra i due continenti, le produzioni agricole aiutano al sostentamento di buona parte dell’Europa, l’estrazione del fosfati è una delle principali voci del Pil.
In queste ore s’inseguono diverse polemiche sul fatto che il Marocco non starebbe accettando gli aiuti da tutti. Che cosa ne pensa?
Accettando di ricevere supporto solo da alcuni Paesi, il Marocco sta dimostrando di saper gestire i primi soccorsi in maniera indipendente e con il coinvolgimento di tutta la popolazione, come testimoniano le immagini che raccontano le colonne di aiuti dirette a Marrakech.
Il Corriere ha parlato di “regime” in Marocco.
Strumentalizzare la drammatica situazione in Marocco, per attaccare indirettamente il governo italiano è vile e inopportuno. Il direttore del Corriere della Sera dovrebbe porgere le sue scuse. Il fatto che ci siano giornali ‘amici’ disposti a cavalcare polemiche così sterili e senza fondamento è oltremodo imbarazzante per una certa sinistra che davanti a una simile tragedia avrebbe dovuto evitare attacchi inutili nei confronti dell’esecutivo. Si dovrebbero rivolgere pensieri e attenzioni esclusivamente alla necessità di salvare più vite umane possibile.