HUNTER BIDEN INCRIMINATO PER POSSESSO ILLEGALE DI ARMI

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HUNTER BIDEN INCRIMINATO PER POSSESSO ILLEGALE DI ARMI – Il procuratore speciale federale degli Stati Uniti ha ufficialmente incriminato Hunter Biden – figlio del presidente Joe – per presunte dichiarazioni false e quindi per possesso illegale di armi. Così il capo di Stato, pronto a scendere in campo per le elezioni presidenziali dell’anno prossimo, rischia cattivissima pubblicità per la sua campagna elettorale, essendo anche lui sotto i riflettori per la richiesta di impeachment arrivata dallo speaker della camera Kevin McCarthy. L’accusa rivolta al figlio del presidente riguarda un fatto avvenuto nel 2018, quando l’uomo avrebbe comprato una Colt Cobra 38SPL, mentendo su un modulo federale – o almeno così sostengono i ministeri – sulla sua dipendenza da droga. Hunter infatti avrebbe tenuto nascosto, per poter prendere possesso della pistola, la sua dipendenza dal crack. Insomma, il figliol prodigo di Joe Biden è accusato di aver “mentito consapevolmente sul suo uso” di sostanze stupefacenti.

Il procuratore ad aver avviato l’iter giudiziario è David Weiss. L’avvocato aveva già indagato i movimenti sospetti di Hunter quando era il procuratore del Delaware, nominato da Donald Trump durante il suo mandato. A luglio scorso, il tentativo degli avvocati di Biden jr. di patteggiare con Weiss si era risolto in un nulla di fatto: l’imputato si era dichiarato colpevole di non aver pagato le tasse nel 2017 e nel 2018, ma non colpevole riguardo al possesso illegale di un’arma da fuoco. Secondo l’accusa federale il 12 ottobre 2018 Hunter mentì al venditore della pistola, fornendo un falso certificato in cui veniva negato ogni consumo (casuale o continuativo) di droghe. “Sapeva che questa affermazione era falsa e fittizia” si legge sul documento di Weiss, che rimprovera al figlio di Joe di aver mentito su una prerogativa necessaria per avere la licenza per il possesso di armi da fuoco.

Ma la vita al limite del figlio dell’inquilino della Casa Bianca (e la posizione a riguardo del presidente), e i suoi rapporti per niente chiari con altri Paesi, rischiano di compromettere la campagna per le Presidenziali del candidato democratico in corsa per la rielezione.

L’Opinione

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