Una sparatoria ha sconvolto ieri, sabato, la storica Brown University di Providence, nel Rhode Island, una delle istituzioni della Ivy League più prestigiose degli Stati Uniti. Il bilancio provvisorio, comunicato dalle autorità locali, è di due persone uccise e nove ferite in modo grave. Il sospetto responsabile dell’attacco, secondo la polizia, non è stato ancora arrestato.
L’episodio si è verificato nel primo pomeriggio nei pressi dell’edificio Barus & Holley, una struttura di sette piani che ospita la Facoltà di Ingegneria e il Dipartimento di Fisica. L’edificio comprende 117 laboratori, 150 uffici, 15 aule e 29 sale riunioni. Sabato era il secondo giorno degli esami finali del semestre autunnale e il campus era particolarmente affollato, con molti studenti presenti prima del rientro a casa per le festività.
I primi colpi di arma da fuoco hanno scatenato il panico tra studenti e personale universitario. L’ateneo ha diramato immediatamente un’allerta di emergenza invitando a chiudere e bloccare le porte, silenziare i telefoni cellulari e rimanere nascosti fino a nuovo ordine. In un primo momento l’università aveva annunciato l’arresto di un sospetto, ma l’informazione è stata successivamente smentita: si trattava di una persona estranea ai fatti.
Secondo quanto riferito dagli investigatori, il sospetto sarebbe “un uomo vestito di nero”. Al momento non è nota la sua identità. La polizia sta analizzando le immagini delle videocamere di sorveglianza del campus e delle strade adiacenti, mentre è stato diffuso un video che mostrerebbe il presunto attentatore.
Il vice capo della polizia di Providence, Timothy O’Hara, ha dichiarato che alle prime luci di oggi, domenica, l’uomo non era ancora stato fermato. Circa 400 agenti delle forze dell’ordine sono tuttora impegnati nelle ricerche nell’area e nei dintorni dell’università.
La sparatoria riaccende il dibattito sulla sicurezza nei campus universitari statunitensi, già scossi in passato da episodi di violenza armata. Solo tre mesi fa, in una precedente sparatoria alla Utah Valley University, era rimasto ucciso l’attivista di destra Charles James Kirk. Anche questa volta, la comunità accademica si trova a fare i conti con paura, lutto e interrogativi ancora senza risposta.
Redazione
