Perché la Truman è arrivata in Italia? Sbarcati 4mila marinai a Trieste: i “piani” Nato contro Putin
La portaerei USS Truman è giunta in rada a Trieste, dove resterà per pochi giorni, ufficialmente per una “sosta tecnica operativa”. Ma Russia e Nato, nel Mediterraneo, non si perdono di vista un attimo.
La portaerei USS Truman è arrivata oggi in rada a Trieste, dove resterà per pochi giorni, ufficialmente per una “sosta tecnica operativa”, dopo un periodo di due mesi di esercitazioni nel Basso Adriatico e nello Jonio con l’aviazione militare greca. La portaerei resterà in rada per motivi di pescaggio e perché i moli dove potrebbe attraccare sono occupati da portacontainer, e ripartirà mercoledì 27 aprile. La presenza in rada dell’imbarcazione della marina militare statunitense rientra nella logica di “scudo” di controllo e deterrenza allestito fra Europa e Mediterraneo in considerazione del conflitto russo-ucraino.
Sbarcati 4mila marinai
«La sosta tecnica operativa della portaerei Uss Harry S. Truman ha fatto sbarcare circa 4mila marinai con lo stupore per la bellezza della città di Trieste e dell’Italia negli occhi: si tratta di un’occasione importante per dare concretezza alla collaborazione tra la Marina Usa e quella italiana». Lo ha scritto in una nota l’assessore regionale alla Sicurezza Pierpaolo Roberti al termine della visita alla portaerei.
Ucraina, la guerra tra Nato e Russia si gioca nel Mediterraneo
Così mentre in Ucraina gli interessi russi si focalizzano nel Donbass, nel mar Mediterraneo continuano gli schieramenti delle flotte Nato e Russia. È da diverse settimane ormai che le navi delle forze politiche si incontrano nel mar Jonio e nello stretto di Sicilia facendo aumentare le tensioni in Italia. Secondo i protocolli Nato, la Marina Militare italiana sarà impegnata con alcune unità di supporto alla Truman.
Descrizione della USS Truman
La portaerei, dal motto “The Buck Stops Here“ che si riferisce a una scritta che Truman teneva sulla scrivania della Sala Ovale quando era presidente, tratta da una frase idiomatica americana che in questo caso significa «È il Presidente che prende le decisioni, e se ne assume la piena responsabilità», fa parte del gruppo d’attacco Carrier Strike Group 8 con al comando il contrammiraglio Curt Renshaw che, comanda una flotta composta anche di altre 6 unità navali e 9 squadroni di velivoli. Tecnicamente, la portaerei può ospitare fino a 7.500 soldati, è armata con 65 aerei ed elicotteri che hanno a disposizione una pista di decollo di 330 metri.
Tensioni sempre più accese
Le tensioni crescono, Nato e Russia non si perdono di vista un attimo e il controllo è nel Mediterraneo. E da quasi due mesi, cioè da quando è iniziata la guerra, l’Alleanza Atlantica è stata più volte chiamata in causa e a vario titolo, accusata del poco intervento in quella che è sempre più una guerra di logoramento tra Russia e Ucraina. Dall’inizio del conflitto, sui cieli italiani sorvolano i bombardieri B-52 degli Stati Uniti, nell’ambito di un’operazione di controllo dei cieli europei, al fine di pattugliare i confini della crisi. Nei giorni scorsi, due velivoli sono decollati da una base della RAF in Gran Bretagna e si sono diretti verso Creta e Cipro, entrando nei radar dell’incrociatore Maresciallo Ustinov, seguito dal caccia Kulikov e dalla fregata Kasatanov. Poi, hanno virato verso l’Italia e fatto rotta sulla base. Inoltre l’Aeronautica Militare italiana ha inviato il Caew (Conformal Airborne Early Warning) in ricognizione in Romania. Stessa cosa hanno fatto anche Francia e Gran Bretagna. Il Caew è in grado di seguire i movimenti nel Mar Nero, in Transnistria e a Odessa.
Perché l’allerta si sposta nel Mare Nostrum?
Tuttavia, a destare preoccupazione è la situazione nel Mediterraneo. Ed è proprio il nostro mare ad essere al centro dell’attenzione in queste ore.
Il Mediterraneo diventa così lo scenario di una guerra di strategia, condotta in sordina. Da quando la Turchia ha vietato alle navi russe l’attraversamento del Bosforo, questi hanno perlustrato strade alternative e scelto proprio il Mediterraneo, muovendosi nelle aree di pertinenza della flotta statunitense ed occidentale. Un modo per i vascelli russi di marcare il territorio in aree in cui vi sono anche le navi della Nato, senza però incrociarsi. La marina militare di Mosca è schierata con Varyag e Maresciallo Ustinov, dei cacciatorpedinieri Tributs e Kulikov, della fregata Kasatanov e un sottomarino classe Kilo.