Iran: proteste di massa a Marivan, mentre continuano le dimostrazioni studentesche

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Iran: proteste di massa a Marivan, mentre continuano le dimostrazioni studentesche

Rivolta nazionale iraniana – giorno 52

Durante una furiosa manifestazione a Marivan, la gente ha gridato “Morte a Khamenei” e “Morte al dittatore”. Le forze speciali hanno circondato la casa della famiglia di una vittima e hanno sparato gas lacrimogeni e proiettili contro i manifestanti, ma la gente ha bloccato la strada bruciando pneumatici, l’hanno barricata e hanno respinto gli agenti. I giovani hanno attaccato l’ufficio di Shiva Ghasemi, un membro locale del ‘parlamento’ del regime, hanno occupato Piazza Nowruz e hanno lanciato pietre contro l’edificio del consiglio comunale. I mercanti di Marivan Bazaar hanno scioperato in solidarietà con la rivolta. Gli scontri tra il popolo e le forze di repressione sono iniziati al mattino e sono proseguiti fino alle 18:00 ora locale.

A Teheran, i manifestanti hanno gridato “Morte al dittatore” e “Morte all’IRGC” nella stazione Mirza Shiraz della metropolitana e hanno manifestato nel centro commerciale Ferdowsi cantando slogan contro il regime. Ad Ahvaz, giovani ribelli hanno dato fuoco a una base della milizia Basij.
Gli studenti delle università di Teheran, Sharif, Isfahan, Tabriz, Noshirvan a Babol, Razi a Kermanshah, Sana’ati a Urmia e di altre hanno tenuto sit-in e organizzato proteste. A Isfahan, le forze speciali hanno attaccato le manifestazioni degli studenti dell’Università Sheikh Baha’i. Gli studenti di Medicina di Tabriz hanno interrotto il discorso di Saffar Harandi, membro del “Consiglio per il Discernimento” del regime, cantando “Basiji, andatevene” e “Libertà, libertà, libertà” e gli hanno gridato: “Guardia rivoluzionaria vattene”. Gli studenti dell’Università Mashhad Azad hanno imbrattato di rosso la statua di Qassem Soleimani. Gli studenti del parco tecnologico Pardis dell’Università di Teheran hanno cantato: “Se uno studente è scomparso, qui ci sarà il giorno del giudizio”.
Oggi gli studenti hanno manifestato a Teheran, Marivan, Bukan, Zahedan, Shahriar e Karaj. Gli studenti della scuola di Mirabad a Bukan cantavano “Morte al dittatore” e “Morte all’oppressore, che si tratti dello scià o della ‘Guida Suprema’ [Khamenei]”. Studentesse a Teheran gridavano: “La ‘Guida Suprema’ è un assassino; il suo governo è illegittimo”.
Domenica 6 novembre, l’agenzia di stampa Tasnim, affiliata alla Forza Quds, ha riferito della morte di un agente Basij e ha scritto: “Giovedì, la scorsa settimana, durante la cerimonia del 40° giorno della morte di due delle vittime di recenti incidenti nella provincia di Alborz sull’autostrada Azad di Karaj-Qazvin nell’area di Behesht Sakineh a Karaj, Rouhollah Ajamian è stato ucciso”. Il sito web statale Khabar Fori, il 6 novembre, ha riportato la morte di 4 membri delle Forze di Sicurezza dello Stato (SSF) a Bampur e ha scritto: “Il comandante delle SSF di Bampur nella provincia di Sistan e Belucistan ha annunciato il martirio di quattro dipendenti delle SSF di questa città”. Il 5 novembre, lo stesso sito web ha riportato la morte di un poliziotto di nome Morteza Gholamian a Khash ad opera dei passeggeri di un veicolo.
Secondo il sito web statale Etemad, il 4 novembre Javad Nik Bin, un membro clericale di Kashmar del ‘parlamento’ del regime, ha dichiarato: “Stavo camminando da Via Kargar verso Via Keshavarz e 30-40 dei nostri giovani venivano picchiati. Non era insolito, e una o due persone mi hanno preso a pugni e calci. Lo meritiamo; dovremmo essere schiaffeggiati”.
Per preparare il terreno a un trattamento più duro delle persone detenute durante la rivolta, i membri del ‘parlamento’ del regime hanno annunciato in una dichiarazione: “Esortiamo tutti i funzionari del Paese, compresa la magistratura, a dare [loro] una lezione il prima possibile e attuare la regola divina contro i Moharebin [nemici] sotto qualsiasi copertura e di qualsiasi professione, e far rispettare l’ordine di punizione retributiva”. Lo ha riferito l’agenzia di stampa del Majlis (assemblea parlamentare) il 4 novembre.
Secondo l’agenzia di stampa ufficiale statale IRNA, il 4 novembre Ezzatollah Zarghami, ministro dei Beni culturali e del Turismo del regime, citando il principale interrogatore dei detenuti della rivolta, ha affermato: “Ha detto di aver interrogato per tutta la vita, ha interrogato anche personaggi politici di rilievo, ma diverse persone che ha interrogato nei giorni scorsi sono state per lui le più difficili, poiché non capisce quello che dicono né loro capiscono quello che lui dice”.
Sabato giovani ribelli hanno ribaltato un veicolo della SSF a Nishapur. Ad Ahvaz hanno bruciato la statua di Qassem Soleimani all’incrocio con l’aeroporto. A Fardis di Karaj, la statua di Soleimani è stata imbrattata di rosso. A Yazd, un grande poster di Khamenei è stato dato alle fiamme in Piazza Amir Chakhmaq.
L’agenzia di stampa statale Mehr, il 5 novembre, ha riferito: “L’incontro dei capi dei tre rami del potere si è tenuto sabato alla presenza di Ebrahim Raisi, Mohammad Baqer Qalibaf e Mohseni Ejei nell’istituzione presidenziale. La necessità di accelerare il trattamento dei casi dei responsabili dei disordini e dell’insicurezza nel Paese e la loro punizione è stata evidenziata dai capi dei poteri esecutivo, legislativo e giudiziario”.

Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza dell’Iran (CNRI)
6 novembre 2022

it.ncr-iran.org

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