Adriana Aiello – La vicenda di Saman Abbas, ragazza di origini pachistane scomparsa per non aver accettato un matrimonio combinato con un cugino nel suo paese d’origine, mi richiama alla mente il libro di Victoria Mas: IL BALLO DELLE PAZZE.
Protagoniste del romanzo sono donne anticonformiste, ribelli, riottose, refrattarie all’obbedienza e al codice comportamentale dell’epoca. Donne che non si piegavano a matrimoni combinati poco inclini alla vita domestica e per questo rinchiuse.
La vicenda si svolgeva alla Salpêtrière nella Parigi del 1885, un manicomio femminile, un luogo in cui si entrava e da dove non si usciva più.
Saman Abbas, arrivata dal Pakistan nel 2015, capace di apprendere in pochi mesi la lingua italiana, avrebbe voluto studiare medicina ma la famiglia non le ha permesso di proseguire gli studi, ha già deciso per il suo futuro.
L’antropologa Unni Wikan, definisce delitto d’onore un omicidio condotto su commissione da parte della famiglia per ristabilire l’onore perduto. Il delitto d’onore è la pena invocata per chi è ritenuto responsabile di comportamenti disdicevoli, per donne stuprate o quando non asserventi a un matrimonio combinato.
Di solito ad eseguire le ”sentenze” sono uomini, il padre, il fratello lo zio. La madre stessa “deve accompagnare la figlia alla giusta punizione” per ristabilire il decoro familiare e riscattarsi agli occhi della collettività.
Si tratta di reati culturali in cui l’onore e la moralità sono viste come una questione familiare collettiva. In una cultura collettivista c’è un forte senso di appartenenza al gruppo, gli individui si percepiscono appartenenti ad un gruppo e ricevono dal gruppo sicurezza in cambio di lealtà. Le donne sono proprietà della famiglia e della comunità, non hanno un’identità autonoma. Gli uomini pensano siano una loro estensione e quando violano le regole si sentono colpiti nella loro identità.
I crimini d’onore sono considerati “giusti” dalle loro comunità di appartenenza, qualcosa che deve essere fatto. L’onore si lava con il sangue. Gli autori del reato infatti, non nutrono sentimenti negativi o aggressivi verso la vittima di genere femminile, quanto fanno è qualcosa che deve essere fatto.
Pur se la commissione dei Diritti Umani del Parlamento Europeo, afferma che sia un errore credere che l’omicidio d’onore sia legato alla religione musulmana, sembra tuttavia che questa consuetudine prevalga in quei Paesi dove la maggioranza della popolazione professa l’Islamismo.
La questione dei delitti d’onore nelle società moderne necessita di interventi e prevenzioni interculturali all’interno delle comunità stesse. Molto spesso le difficoltà di integrazione sono dovute al fatto che i nostri migranti siano membri di culture più collettiviste, con un senso di lealtà e fedeltà verso la loro appartenenza che gli viene difficile abbandonare, per provare a inserirsi in un’altra che non ha gli stessi principi. Una trasformazione radicale, dove nessuno possa concepire tale reato come un atto “onorevole”. Pur se ci sembra tanto assurdo e scontato, non dimentichiamoci che anche se considerato reato, ma con attenuanti che ne riducevano drasticamente le pene, in Italia il delitto d’onore è stato abrogato definitivamente il 5 settembre del 1981 con la legge 442.
Puntare sulle associazioni formate da migranti e italiani potrebbe aiutare le famiglie ad aprirsi. L’80/85% delle donne immigrate in Italia da paesi islamici, vive in stato di semi segregazione e totale accettazione di leggi arcaiche, ed è vergognoso che nessuno si occupi di queste persone una volta giunte nel nostro paese.
Come sempre in questi casi delittuosi, la domanda che dobbiamo porci è “perché ci sia ancora la necessità di inneggiare e combattere per la libertà femminile”, libertà che viene tutt’ora negata, in nome di un arcaico concetto che riporta la superiorità maschile e la rigida omologazione a regole di comunità. Benché molto diverse da noi, tutti abbiamo chiara una cosa: la loro sorte è stata decisa dagli uomini, dallo strapotere che a volte gli uomini hanno sulle donne e se fondamentalmente non era mai stato accettabile, ancora meno lo è oggi, varcata la soglia del terzo millennio.
”Per chi viaggia in direzione ostinata e contraria
Col suo marchio speciale di speciale disperazione
E tra il vomito dei respinti muove gli ultimi passi
Per consegnare alla morte una goccia di splendore
Di umanità di verità” (Cit. Fabrizio De André )