Green pass eterno ed indennizzo vaccinale, panem et circenses

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centrodestra draghi - calenda

Green pass eterno ed indennizzo vaccinale, panem et circenses – Sono assolutamente favorevole al vaccino, che è di sicuro un’arma efficace, ma non l’unica, nella risoluzione della pandemia, anche se dubbi ed incertezze sono comprensibili in una società in cui si comunica tutto ed il contrario di tutto, ma una politica di restrizioni, in gran parte ingiustificate, contraddittorie e prive di concreta efficacia, come quella che stiamo vivendo nel nostro Paese mi spaventa e temo che possa portare a tensioni sociali con l’acuirsi della crisi economica che è tutt’altro che passata, nonostante il salvifico PNRR, che, ricordo sommessamente, è in gran parte un debito che stiamo gettando sulle future generazioni.

Del pericolo di dette tensioni probabilmente si sta accorgendo anche il Governo dei migliori che sta iniziando a fare delle concessioni, alcune delle quali mi lasciano veramente perplesso.

Il green pass è diventato eterno senza scadenza. Ma che vuol dire?

Ho sempre sostenuto l’inutilità di tale strumento sia in quanto, fortunatamente, in Italia i vaccinati sono il 90% della popolazione, sia in quanto ormai mi sembra acclarato che anche un vaccinato con tre dosi possa infettarsi ed infettare.

Detto ciò, il green pass senza scadenza mi sembra veramente una specie di essere mitologico destinato all’eternità della storia.

E’ evidente che se la pandemia dovesse continuare ed aggravarsi con ulteriori varianti, sarebbero necessarie quarte, quinte, seste dosi, e chissà quante, pertanto dire oggi che non serviranno più procrastinando sine die l’attuale QR Code mi sembra un mero augurio senza senso; se, invece, come tutti ci auguriamo, la pandemia finirà con l’arrivo della primavera o, al massimo, dell’estate il green pass sarà obsoleto ed ancor più inutile di quanto lo sia oggi.

Quindi perché si è voluto questo provvedimento? Forse per far vedere che si stanno dando spicchi di libertà? Forse per sbollentare possibili tensioni sociali?

Panem et circenses dicevano i romani, al popolo bisogna certo concedere qualcosa.

Ma non basta, si è messo mano anche all’indennizzo per i danni da vaccino.

Forse non tutti sanno che esiste da trent’anni l’art.1 della L.210/1992 che prevede un indennizzo da parte dello Stato a chiunque abbia riportato danni permanenti a causa di vaccinazioni obbligatorie per legge o per ordinanza di una autorità sanitaria.

Riguardo a detto indennizzo è intervenuta più volte anche la Corte Costituzionale ritenendolo estensibile anche ai casi di vaccino non obbligatorio, ma anche solo raccomandato, essendo simile la ratio.

Sul punto è intervenuto il D.L. 4/2022 che, modificando la su detta L.210/1992, ha esteso espressamente l’indennizzo anche per i danni conseguenti a vaccinazione anti Sars-CoV2 meramente raccomandata e, quindi, non ai soli casi di obbligo.

Anche qui siamo nella fiera dell’ovvio, è stato concesso un diritto che la Corte Costituzionale aveva già ampiamente ritenuto sussistente nel nostro ordinamento. Non è stato concesso nulla, quindi.

Poi, attenzione, si tratta di un indennizzo, somma prestabilita non corrispondente alla effettiva perdita subita, e non di un vero e proprio risarcimento del danno, per sua natura pienamente satisfattorio, forse se si fosse previsto questo allora un vero passo avanti sarebbe stato fatto.

Sempre panem et circenses, oltretutto meramente apparenti. Ma per quanto potremo andare avanti così?

Di Antonfrancesco Venturini

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