Intervista a Francesco Barone: pronto per la sua sessantesima missione umanitaria

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Francesco Barone - missione
Francesco Barone

Intervista a Francesco Barone: pronto per la sua sessantesima missione umanitaria –  Prof.  Francesco Barone Ambasciatore di pace e autore di missioni umanitarie in Ruanda,
Burundi, Senegal e Congo

Professore qual è il suo stato d’animo in attesa della sua prossima missione?
Provo grande emozione come sempre avviene prima di un viaggio umanitario. Ovviamente, questo ha un sapore diverso, perché i numeri hanno la testa dura, perché sessanta missioni sono davvero tante e non
avrei mai immaginato di poter conseguire questo traguardo.

Quali sono i ricordi più significativi legati alle sue precedenti missioni?

Il ricordo è l’opposto dell’oblìo. La memoria custodisce, l’oblìo cancella. Impossibile dimenticare quanto vissuto nei viaggi in Ruanda, Burundi, Senegal e Congo. Gli Antichi credevano che la sede della memoria fosse il cuore, se ne conserva una traccia piuttosto evidente in Cartesio che, parlando di memorie, scriveva: “passano attraverso le arterie nel cuore, e si irraggiano in tutto il sangue, per poi imprimersi nel cervello”. Per chi vive certe esperienze, bisogna avere il cuore forte perché gli occhi si eclissano dietro il dolore delle profonde ingiustizie e disuguaglianze, viste e vissute. Le lacrime solcano il viso. E’ impossibile dimenticare le violenze e i soprusi subiti da milioni di persone, soprattutto donne e bambini. E poi, la fame e la sete, la mancanza di medicine. Ma ci sono anche i ricordi legati alle persone incontrate, alle loro tradizioni, ai canti e alle danze, ai loro sorrisi, alla loro straordinaria capacità di accogliere. L’Africa ha una luce diversa, una luce speciale, di notte sembra che il cielo stellato sovrasti lo sguardo. E’ vicinissimo agli occhi e fa sognare.

Quali sono le principali cause di tanta sofferenza in Africa?

La marginalizzazione dell’Africa nella storia ha le sue radici nella concezione etnocentrica ed evoluzionistica europea. Inoltre, le radici dei problemi dell’Africa sono da ricercare non solo nel periodo coloniale, ma
anche nel modo concreto con cui l’Africa è uscita da quel periodo. L’eredità avvelenata del colonialismo è duplice: da un lato vi è quella propriamente economica, dall’altro, quella politica e sociale. La riduzione
delle donne e degli uomini a merce non è affatto simbolica. Sono sparite le catene nei polsi e nelle caviglie delle persone, ma esistono le catene invisibili, più subdole delle prime I nuovi schiavi sono i bambini e le
bambine, che indossano gli stracci e in molti casi le divise militari. Hanno il corpo coperto di ferite, i segni delle torture subite. I nuovi schiavi sono i bambini e le bambine privi di case, di cibo e di coperte. Sono i bambini e le bambine, vittime dello sfruttamento del lavoro minorile e delle guerre.

Qual è il numero totale di missioni che vorrebbe raggiungere?

Quota 100, senza pensione. Sperando di poter contare nel contributo di numerose persone. Sognare non costa nulla.

 

Adriana Cantiani

FotoAlmanews24

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