Gianna Gancia – Il 2021/2022 sarà l’anno della ripartenza e dell’Africa. Ce lo ha detto il premier Draghi nel suo intervento al Summit sull’Africa, lo pianificheranno i grandi del G7 riunitisi in questi giorni, ne disegna la strategia l’Europa nel suo Piano d’azione Esterno. Il vero cambiamento, la spinta alla ricostruzione e alla riqualificazione economica su scala mondiale deve necessariamente passare anche per questo continente, attraverso la sua popolazione, attraverso le iniziative e l’empowerment femminile. A livello politico, il continente africano ha dimostrato, soprattutto nell’ultimo decennio, un soddisfacente impegno nella promozione della parità di genere: quasi tutti i Paesi hanno ratificato la Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne, più della metà degli Stati hanno ratificato il Protocollo sui diritti delle Donne Africane (protocollo di Maputo).
L’associazionismo femminile, sia in Italia che nel Paese d’origine, è radicato e ben organizzato; le donne si coordinano, si scambiano informazioni, progetti, idee. L’evoluzione dell’Africa in questo senso non teme confronti e ha conosciuto, grazie anche all’eccesso alla digitalizzazione, all’informatizzazione e ai social, un’impennata prodigiosa. “Molte delle donne africane che sono in Italia portano avanti progetti di sviluppo nei Paesi di origine” sottolinea Marie-Jeanne Balagizi Sifa, tra le promotrici del Forum Africane e Italiane ed esponente del Collettivo nazionale delle donne africane, una delle ospiti che avrò il piacere di ascoltare nel webinar “Emancipazione femminile nell’azione esterna dell’UE in Africa”, Mercoledì 16 giugno, ore 18, in diretta sulla pagina Facebook “Dire Donna Oggi”. “Non ricevendo finanziamenti dal governo o altri enti organizzano attività di raccolta fondi come cene o eventi culturali. Ci sono poi i contributi che versano i membri dei gruppi per sostenere quegli interventi che la persona singola realizza nella regione di provenienza. E sono davvero tanti e variegati”. Tuttavia sopravvivono tasche di povertà, emarginazione e disagio sociale tra le più preoccupanti del pianeta, concentrate soprattutto nelle zone rurali. Ed è in queste zone, povere, poverissime, ultimamente aggravate dalla pandemia, ma mai dimenticate, che si concentrano gli sforzi dell’Ue e degli Stati Membri: sviluppo, diritto alla salute e alla libertà, accesso all’istruzione e alla digitalizzazione e quindi, accesso e supporto all’ imprenditoria etica e sostenibile.
L’Africa sarà Donna

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