Roma: terremoto in Campidoglio, la Raggi rischia davvero

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Roma – Quattro consiglieri capitolini lasciano il Movimento 5 Stelle e formano un nuovo gruppo. Così la Raggi perde la maggioranza in Campidoglio

La scissione verso cui si avvia il Movimento 5 Stelle dopo la rottura tra il garante Beppe Grillo e l’ex premier, Giuseppe Conte, è già realtà in aula Giulio Cesare. La spaccatura si è consumata nel pomeriggio di oggi con quattro consiglieri pentastellati capitolini che hanno formalizzato il proprio addio al Movimento e a Virginia Raggi. “Ho appena protocollato la mia richiesta di uscita dal M5S. Mi sono anche disiscritta dal Movimento”, ha annunciato per prima all’Ansa Donatella Iorio, ex presidente della commissione Urbanistica. Con lei a dimettersi sono stati Marco Terranova, Angelo Sturni ed Enrico Stefano.

Insieme hanno fondato un nuovo gruppo politico, ribattezzato “Il piano di Roma”. La sindaca, quindi, ora si ritrova senza maggioranza in Campidoglio a pochi mesi dalle prossime elezioni. Il gruppo dei pentastellati, infatti, si riduce a 20 consiglieri su 49. “Qualcuno obietta che Giuseppe Conte non c’entra nulla con il movimento delle origini, ma davvero qualcuno ancora pensa onestamente che quel movimento esista realmente?”, aveva scritto ieri sulla sua pagina Facebook Donatella Iorio, commentando gli sviluppi della crisi interna al suo partito. “Se ce la vogliamo dire tutta dovremmo ammettere che la base gli attivisti e i portavoce locali mai vengono ascoltati e mai vengono coinvolti nelle scelte ( basta guardare cosa è successo a Roma negli ultimi mesi)”, aveva commentato.

“Il paese – ha aggiunto nel post – oggi ha bisogno di altro e il Movimento con queste diatribe interne sta solo scadendo nel ridicolo. Invece di avvicinare le persone alla politica le sta allontanando con un teatrino francamente triste e deludente”“Chi aveva voglia di fare politica sul serio, chi si è messo in gioco vedendo nel Movimento una sana possibilità per farlo lontano dai partiti – è la conclusione della consigliera – ne esce profondamente deluso e amareggiato”.

“Il Movimento 5 Stelle è incartato in bozze, statuti, capi politici, piattaforme, giravolte e contro giravolte, cambi di idee, ripicche, dispetti”, è stato il commento affidato ai social nella giornata di ieri da un altro dei consiglieri fuoriusciti, Enrico Stefàno. Anche lui, come gli altri, negli ultimi mesi era stato critico con la decisione di ripresentare Virginia Raggi, auspicando il raggiungimento di un accordo con il centrosinistra per una candidatura unitaria.

“Ci siamo distaccati dalla base e dai cittadini, – ha ammesso – che ovviamente non comprendono e non vogliono comprendere queste lotte interne, ancora di più con le difficoltà economiche e sociali che stanno vivendo nel mondo post (speriamo) pandemia”. Stefàno aveva poi criticato l’allontanamento di Conte. “Per quanto mi riguarda, – aveva concluso anticipando la mossa di oggi – questo modo di fare e le modalità con cui pare si intenda proseguire è sempre più lontano dai valori in cui ho creduto e che ho sempre portato avanti con coerenza e abnegazione”.

Si schiera con l’ex premier anche Angelo Sturni. Pure lui nella giornata di ieri aveva affidato ai social le proprie rimostranze. “Lo scarso coinvolgimento nelle decisioni fondamentali che riguardano una intera comunità politica – come accaduto spesso anche a Roma – forse hanno portato a ritenere i like o le ratifiche forme di partecipazione diretta e sostitutive di altre forme di confronto, fisiche o digitali che siano”, aveva attaccato, definendo il M5S “una forza politica guidata secondo lo schema del padre-padrone“.

IlGiornale

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