Mentre non è ancora cessata l’emergenza Covid ed infuriano le polemiche su vaccini e Green pass, vogliamo ricordare una politica che le complicanze del virus si sono portate via prematuramente: Rossana Di Bello, prima sindaca di Taranto (dal 30 aprile 2000 – al 18 febbraio 2006) e seconda in Puglia, morta a soli 64 anni la mattina del 10 aprile 2021 all’Ospedale San Giuseppe Moscati del capoluogo pugliese. Aveva un tumore e, a causa delle complicanze del Covid, dal 24 marzo era ricoverata nel reparto Rianimazione.
Nata a Taranto il 28 agosto 1956, si era laureata in Scienze Biologiche all’Università degli Studi di Lecce, poi era tornata nella sua città per fondare nel 1979 un laboratorio di analisi, dove aveva iniziato a lavorare. Dal 1980 al 1986 aveva amministrato una società che si occupa di igiene ambientale e della medicina del lavoro. In quel periodo aveva cominciato la sua attività politica nel Partito Socialista Italiano (PSI) al fianco dell’ex ministro Claudio Signorile, barese, e dell’ex sindaco di Taranto Mario Guadagnolo (in carica dal 15 ottobre 1985 al 1° agosto 1990). Si era candidata a consigliera comunale, ma non era stata eletta.
Poi si era schierata col centrodestra, fondando nel 1993 a Taranto il primo circolo di Forza Italia in Puglia e diventandone presidente: rappresentava un volto nuovo della politica. Due anni più tardi era stata eletta Consigliera della Regione Puglia e successivamente Assessore Regionale al Turismo e ai Beni Culturali, rimanendo in carica fino al 1998, quando era diventata Assessore Regionale all’Industria, al Commercio e all’Artigianato.
In seguito l’elezione a prima cittadina con il 57,5 % dei voti al ballottaggio, succedendo a due anni di Adriana Poli Bortone (Movimento Sociale Fiamma Tricolore) con la stima di Silvio Berlusconi, del cui movimento e poi partito era diventata referente. Era stata eletta nuovamente il 3 aprile del 2005 con il 57,8%, ma un anno più tardi era stata costretta a dimettersi per un guaio giudiziario, finito con l’assoluzione in appello.
Purtroppo i problemi non erano finiti, perché nello stesso anno veniva dichiarato il fallimento della città di Taranto, e si erano protratti fino al 2011, quando la Di Bello era stata assolta per la seconda volta con formula piena.
Concretamente che meriti ha avuto l’ex sindaca di Taranto? Per esempio si è dedicata all’abbellimento e all’“ammodernamento” della città, facendo installare luminarie sui monumenti che caratterizzano il centro storico; ha fatto creare giochi d’acqua sul mare presso le mura aragonesi nella parte antica, beneficiando dei fondi del Piano Urban; ha fatto lastricare nuovamente le vie del centro del Borgo Umbertino; disposto il rifacimento del lungomare e del mercato del pesce e fatto creare il Parco attrezzato Cimino affacciato sul Mar Piccolo. Inoltre è anche suo il merito del recupero di un vecchio convento, quello di San Francesco, diventato oggi una sede dell’università cittadina.
È riuscita a farsi valere con la famiglia Riva dell’Ilva di Taranto: il 22 maggio 2001 ha firmato un’ordinanza che ha fatto sospendere dopo una lunga battaglia l’attività del Reparto Cokeria, uno di quelli da cui dipendeva maggiormente l’inquinamento della zona. Un atto di grande coraggio.
Con Rossana Di Bello il Comune si è costituito parte civile nel processo contro i dirigenti dell’Ilva Emilio Riva e l’ex direttore Luigi Capogrosso. Purtroppo però, poi per motivi politici ha dovuto firmare un accordo con i Riva, che non ha avuto attuazione. Chi era vicino all’ex prima cittadina, ricorda che era una delle cose che le pesavano di più.
La Di Bello si è occupata anche di sport, coinvolgendo Taranto in manifestazioni internazionali come con la candidatura all’”America’s Cup” nel 2003. Purtroppo, dopo le vicende giudiziarie che abbiamo detto e nonostante il loro esito positivo, l’ex sindaca (che nel frattempo ha iniziato ad avere problemi di salute) non è assolutamente voluta tornare in campo, anche se le richieste non sono mancate.
Cordoglio per la sua scomparsa è stato espresso sia da personaggi della stessa area politica che da avversari. Di Rossana Di Bello hanno esaltato la “personalità forte e capace, dotata di un vivo intuito politico”; la sua umanità, la sua gentilezza (l’ex sindaca era solita persino offrire caramelle “Rossana” a chi le faceva visita nel suo studio), l’affidabilità, il rispetto, la “moderazione”, la pacatezza ma anche la franchezza con cui discuteva e sosteneva le sue posizioni; la grande dignità e “l’amore sconfinato” per Taranto, per cui si era impegnata socialmente e culturalmente.
Pierfranco Bruni (Fiamma Tricolore), ex candidato alla presidenza della Regione Puglia, archeologo, dirigente del Ministero dei Beni Culturali ed Ambientali nonché commissario UNESCO, che ha definito Rossana Di Bello “una donna molto coraggiosa con idee ben precise. Con una progettualità precisa” ed “una persona di grandiosa coerenza e lealtà”, ricorda che gli diceva che “la politica si fa con il sentimento mai con il risentimento”. Altrimenti meglio non farla.