Roma: Francesco Lo Voi nuovo procuratore

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Roma – Francesco Lo Voi è il nuovo procuratore capo di Roma. A larga maggioranza, il plenum del Csm ha scelto il capo dell’Ufficio di Palermo per guidare i pm della Capitale.

Un risultato atteso dopo il passaggio in Commissione incarichi, che si era espressa con maggioranza bulgara e trasversale – dalla corrente di sinistra Area ai laici di Forza Italia –  in favore di Lo Voi, mentre solo Sebastiano Ardita si era speso per l’ex procuratore di Firenze, Marcello Viola.

A zero voti è rimasto il terzo degli aspiranti capi della procura romana, Michele Prestipino – fedelissimo dell’ex procuratore Giuseppe Pignatone, che ha seguito prima a Reggio Calabria poi a Roma  –  scelto come capo dell’Ufficio romano prima che il Consiglio di Stato riaprisse la partita, accogliendo i ricorsi di Viola e Lo Voi. Per i giudici di Palazzo Spada, immotivatamente il Csm non aveva considerato l’esperienza di entrambi in incarichi direttivi – sono o sono stati per anni capi di procure di peso – optando per Prestipino, “solo” procuratore aggiunto.

Si chiude così dopo anni una partita complessa, avvelenata anche dal cosiddetto “caso Palamara”, che a sproposito – è stato stabilito poi – aveva fatto allungare ombre su Marcello Viola, escludendolo di fatto dalla corsa.

Modi felpati, riservato, poco amante delle telecamere, Lo Voi viene considerato uomo in grado di raccogliere consensi trasversali. A Palermo negli anni di Giovanni Falcone e poi della superprocura retta da Giancarlo Caselli, in seguito al Csm, Lo Voi ha incassato appoggi bipartisan da Giorgio Napolitano ad Angelino Alfano, che da ministro della Giustizia del governo Berlusconi lo ha scelto per Eurojust. Qualche anno più tardi da laica in quota Forza Italia, l’attuale presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati lo ha appoggiato nella corsa alla procura di Palermo.

Un’altra nomina avvelenata da polemiche, con sullo sfondo il processo “Trattativa”. E all’epoca, proprio a Lo Voi si contestava la mancanza di esperienza in incarichi direttivi, rispetto ai “rivali” Guido Lo Forte, allora capo dei pm di Messina, e del suo omologo dell’epoca a Caltanissetta, Sergio Lari.

Repubblica

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