Manifestazioni scuola – Studenti in piazza venerdì 18 febbraio per protestare contro l’alternanza scuola-lavoro e arriva l’allerta del Viminale. Il ministero dell’Interno chiede di evitare eventuali scontri sia attraverso il dialogo con i promotori della manifestazioni sia tramite un’intensificazione dei controlli.
Le proteste sono state organizzate dal Fronte della gioventù comunista che chiede di non derubricare le manifestazioni di piazza a problemi di ordine pubblico. Le iniziative studentesche seguono la morte di due studenti – Lorenzo Parelli e Giuseppe Lenoci – durante il loro impegno per lo stage lavorativo.
La ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, chiede intanto di evitare gli scontri nella speranza che non si replichino momenti di tensioni come quelli registrati nelle precedenti proteste. L’invito ai prefetti è quello di dialogare con gli organizzatori.
La circolare del Viminale sulle proteste studentesche
La circolare del capo di gabinetto del Viminale, Bruno Frattasi, chiede di intensificare i servizi di prevenzione e controllo per la mobilitazione studentesca nazionale. Le forze di politica, inoltre, indosseranno le bodycam sulle divise per filmare quanto avviene in piazza.
Frattasi spera che le manifestazioni possano svolgersi senza imprevisti e scontri e perché questo accada invita i prefetti a dialogare con i promotori e, importante novità, a valutare il coinvolgimento anche dei dirigenti scolastici. L’invito rivolto ai questori è quello di parlare con gli organizzatori per scongiurare eventuali strumentalizzazioni, ma anche di “isolare le frange più radicalizzate della protesta”.
Secondo il ministero dell’Interno il coinvolgimento di promotori e dirigenti è fondamentale considerando “la delicatezza delle tematiche sollevate dal mondo studentesco e della correlata esigenza che ad essa corrisponda una sensibile capacità di ascolto e mediazione”.
Gli organizzatori delle proteste: non è problema di ordine pubblico
La circolare del ministero non piace ai promotori delle manifestazioni di venerdì. Lorenzo Lang, segretario nazionale del Fronte della gioventù comunista, spiega a Money.it che il problema è che il governo “continua a porre le mobilitazioni degli studenti sotto l’ottica dell’ordine pubblico, come avvenuto anche con i fatti del 28 gennaio, con le cariche della polizia legate non a condotte dei manifestanti ma alla limitazione arbitraria del diritto di manifestare”.
A giudizio di Lang il governo tenta di “trasformare la questione dell’alternanza scuola-lavoro in un problema di ordine pubblico per mancanza di una risposta politica: l’intenzione è far passare una mobilitazione sociale in qualcosa di non accettabile”.
Scuola, le manifestazioni del 18 febbraio
Le manifestazioni si terranno in 40 città e secondo gli organizzatori al momento non c’è motivo di pensare che le proteste possano comportare problemi di ordine pubblico: “La volontà degli studenti è di portare in piazza una battaglia, far capire al ministero dell’Istruzione che il sistema dell’alternanza deve essere smantellato. Chiediamo la possibilità di manifestare negli spazi concessi e potendo raggiungere i contesti idonei a intavolare un’interlocuzione”.