Peschiera del Garda: è scontro politico dopo molestie ed insulti alle ragazze sul treno “perché bianche”

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Lo scenario delle violenze
(Fonte: "Il Messaggero")

Peschiera del Garda: dopo la scioccante denuncia da parte di un gruppo di ragazzine tra i 15 e i 17 anni residenti a Milano e a Pavia di aver subito molestie ed insulti da giovani di origine straniera, soprattutto nordafricana, sentendosi dire che, in quanto ragazze bianche non avrebbero potuto salire su un treno regionale da Verona a Milano di ritorno da Gardaland giovedì 2 giugno, è scontro politico.

A partire dai sindaci dei comuni coinvolti: quello di Castelnuovo del Garda, primo cittadino Giovanni Dal Cero (lista civica “Sì Cambia”, sostenuta dalla Lega di Matteo Salvini)  e quello di Peschiera, prima cittadina Orietta Gaiulli (che è stata riconfermata con la propria lista civica: “Orietta Gaiulli Sindaco”).

Dal Cero si è detto “fiducioso che saranno presi tutti” (ci sono state finora 6 denunce per molestie sessuali e sono indagati in 30, molti dei quali dopo essere stati identificati attraverso dei filmati postati sui social); Gaiulli, invece, ha accusato l’omologo in non aver saputo far fronte alla situazione. Ha anche sottolineato che Dal Cero “non ha ancora dato una sistemazione alle spiagge, che sono teatro di scempi e violenze di ogni genere”. Il sindaco di Castelnuovo ha allora replicato: “Non è questo il momento di fare inutili e sterili polemiche”, si legge sul “Gazzettino”.

La sindaca di Peschiera ha convocato per domani, martedì 7 giugno, un vertice con i parlamentari della zona per decidere se adottare un piano sicurezza. Nel frattempo ha scritto alla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, al Prefetto di Verona, al Questore e al Comandante provinciale dei Carabinieri, chiedendo “le dimissioni di coloro che non hanno dato ascolto alla mia richiesta di aiuto (perché l’ha presentata, ndr), superficialità che ha cagionato gli eventi del 2 giugno a Peschiera del Garda“. La sindaca ha spiegato anche, si legge sul quotidiano veneziano, di “aver inviato il 31 maggio scorso alla Polizia Nautica di Peschiera, alla Polfer di Verona, con preghiera di inoltrarlo ai responsabili, cosa fatta, e ai Carabinieri di Peschiera del Garda, un video in Tik Tok che dava appuntamento ai giovani facinorosi a Peschiera per il 2 giugno” per un rave party intitolato “L’Africa a Peschiera“. “Non sono più disposta a tollerare lo scempio del paese che amministro – ha proseguito – per il quale vengono spesi ogni annoi centinaia di migliaia di euro per la promozione turistica e che, a causa della superficialità con la quale è stati affrontato il problema, ha subito un colpo mortale”. “Chiedo spiegazioni sulla mancata organizzazione di un servizio di ordine pubblico per la giornata del 2 giugno a Peschiera, nonostante gli allarmi che ho inviato” ha concluso Gaiulli, sollecitando che “per tutti i fine settimana fino al termine dell’estate venga predisposto un servizio stabile di prevenzione contro l’invasione di queste bande di facinorosi”.

Sulla faccenda si è espresso anche il governatore della Regione Veneto Luca Zaia, il quale, intervistato dal “Corriere della Sera”, ha proposto almeno “una notte in carcere” (come succede in altri ordinamenti) per i responsabili. “Non mi importa se questa gente era italiana, di prima o di ventesima generazione – ha voluto sottolineare – Certo, la giornata di follia l’avevano chiamata ‘L’Africa in Italia’ e i molestatori sul treno gridavano ‘le donne bianche qui non salgono’. Ma il punto è: questa roba, noi qui non la vogliamo. Non la accettiamo. Da nessuno e a prescindere dall’origine”. E ha aggiunto che “la parola chiave, l’hashtag è: repressione. Dobbiamo essere consapevoli che l’educazione è importante, le politiche sociali pure, ma una certa soglia non può essere superata. Punto”.

Ancora: “I responsabili delle violenze non sono persone con un’infanzia difficile, ma persone che vanno punite. Non voglio chiamare questa gente ragazzi, perché mi sembra già assolutorio: sono devastatori”. “Questo è il Paese dell’impunità, e i responsabili di quella follia lo sanno. C’è chi tirerà fuori l’attenuante dell’età, il branco, la difficoltà a trovare personalmente i responsabili, il fatto che c’è stato solo un ferito, anche se forse sono di più. Sarà tutto derubricato e se ci saranno condanne, non saranno scontate. Ma la colpa non è dei magistrati. Ma di leggi che sono da cambiare”.

“Se invece a chi fa robe del genere non succede niente, se l’impunità è garantita, il partecipare alle violenze diventa una medaglia da esibire. Il fatto è che oggi la legge non considera questi reati come gravi. Invece lo sono. Ci vengono a dire che l’incidenza della criminalità nei nostri territori è bassa, ma questo è un campanello d’allarme gravissimo. Ma pensi agli episodi in treno…”. Zaia ha affermato con forza che “si deve sapere che non ci saranno scuse, che con certi comportamenti si finisce in carcere. Subito. Senza sconti. Senza sociologia, senza destra o sinistra. In Veneto, sogniamo di lasciare le chiavi di casa appese fuori dalla porta, non di chiuderci in casa e ci circondarci di inferriate. Se è così, vuol dire che i delinquenti hanno messo in gabbia noi”.

In particolare sulle violenze in treno è intervenuta infine la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, che ha dichiarato: “Come per le abominevoli violenze di capodanno, anche sul gravissimo episodio avvenuto a Peschiera del Garda è calata una cappa di silenzio da parte di certa sinistra e delle femministe. Nessuna parola di sdegno, nessuna presa di posizione forte e decisa, probabilmente per paura di mettere in cattiva luce gli immigrati. Solidarietà alle giovani, costrette a subire questo episodio indegno per aver voluto passare una semplice giornata di svago al parco divertimenti”.

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