Malagrotta. Continua l’allarme sulla qualità dell’aria. Gualtieri “scarica” su ponte Malnome e Acilia
Mentre si attende la diffusione dei dati di Arpa Lazio, in Regione Lazio monta la polemica politica. Dito
puntato contro il Presidente Zingaretti e le ultime tre Amministrazioni comunali (Marino-Raggi-Gualtieri)
Un danno alla qualità ambientale dell’aria e alla salute delle persone ma anche per il comparto agricolo
territoriale, a causa della conseguente ricaduta al suolo degli inquinanti. Con queste parole Legambiente
Lazio etichetta il caso Malagrotta. Il tutto mentre l’incendio all’impianto produce il primo effetto sui rifiuti
dei romani che saranno trasferiti ad Acilia e ponte Malnome. La misura, adottata per indicazione del
Sindaco Gualtieri, durerà circa due mesi e de facto autorizza l’aumento della trasferenza dei rifiuti in questi
due siti. Nello specifico, la sede di ponte Malnome passerà da 300 a 700 tonnellate al giorno, quella di Acilia
registrerà un incremento di 150 tonnellate.
Roberto Scacchi, Presidente di Legambiente Lazio, ha spiegato in un recente comunicato stampa: “La
colonna di fumo disperde sempre di più le sue micro polveri da combustione e le diossine, e man mano si
fermerà grazie allo sforzo enorme messo in campo nel domare l’incendio”.
“Confidiamo poi nell’impegno di Arpa Lazio, per la pubblicazione dei risultati dei monitoraggi in corso che
dovranno riguardare, dalle prossime ore, anche i suoli agricoli del quadrante – ha aggiunto – ; così come
confidiamo nello sforzo degli inquirenti sulle indagini per individuare le cause che hanno portato a questo
ennesimo evento disastroso nel ciclo dei rifiuti, e se arriveranno procedimenti giudiziari, Legambiente
presenterà immediatamente la propria richiesta di costituzione come parte civile”.
Intanto dalle parti della Pisana sale la tensione. Il Consigliere Fabrizio Ghera punta il dito contro il
Presidente della Regione Lazio Zingaretti e le ultime tre Giunte capitoline: “Non sono bastati dieci anni a
mettere in sicurezza gli impianti di Malagrotta, quelli dismessi e quelli ancora attivi. Zingaretti dopo la
chiusura della discarica, non ha poi fatto nulla per predisporre un progetto di rinnovamento del ciclo dei
rifiuti. Il Governatore del Lazio ha continuato ad anteporre convenienze politiche alla risoluzione
dell’emergenza rifiuti – ha tuonato -. Gli impianti sono stati sottoposti ad uno stress eccezionale perché le
Amministrazioni Marino e Raggi prima, Gualtieri poi, con la colpevole collaborazione della Regione Lazio,
non hanno trovato sbocchi per i rifiuti, con la differenziata di Roma ferma, anzi in diminuzione, nessuna
politica di riciclo di plastica e altri materiali, ingenti quantità di rifiuti tal quale sono stati pericolosamente
ammassati negli impianti”.