La “batata” per combattere il diabete. Nella buccia di questo tubero dolce c’è una sostanza, il Cajapo, che sembra avere effetti benefici sia sulla riduzione del colesterolo che della glicemia. «La “batata” o patata dolce, nonché patata americana, è una radice tuberosa appartenente alla famiglia delle convolvulaceae, originaria dell’America del Sud ed è arrivata a noi tramite Cristofono Colombo. Non contiene solanina come le patate, appartenendo ad un’altra famiglia, anche se ne ricorda l’aspetto», spiega Serena Missori, specialista in Nutrizione, endocrinologia e diabetologia.
«La “batata”- prosegue l’esperta – contiene carboidrati, fibre (circa 3 gr), vitaminaA, vitamina C, potassio, magnesio ferro e calcio, flavonoidi, antociani. In virtù dei costituenti si può dire a tutti gli effetti che ha potere antiossidante e anti-aging. Questo tubero ha ottenuto il punteggio più alto in una classifica sui vegetali più salutari grazie alla elevata concentrazione di principi attivi benefici anche nella buccia e pu essere consumata anche cruda – afferma Missori – Uno studio clinico ha dimostrato che il Cajapo riduce la glicemia e l’insulino resistenza in pazienti affetti da diabete di tipo 2 dopo 5 mesi di assunzione giornaliera di 4 gr di Cajapo».
Secondo l’esperta questo tubero «è un alimento molto utile da consumare con frequenza per ottenere un effetto antiaging e antiossidante, un miglior controllo glicemico, la riduzione di elevati valori di insulina».