Soffrendo e anche tanto. Ma con un cuore gigantesco fino alla fine, fino all’ultimo respiro. Con la voglia, con i denti e con le lacrime finali di Mancini a rappresentare la gioia e la sofferenza, tutte insieme in un mix di emozioni uniche. La Roma pareggia con l’Ajax (1-1) e centra la semifinale di Europa League, esattamente l’ottava della sua storia europea. A dare la certezza ai giallorossi di poter affrontare lo United è stato Edin Dzeko, al suo trentesimo gol europeo con la Roma (e 117esimo in assoluto), con una spaccata su azione personale di Calafiori che ha interrotto una serie di grandi sofferenze. L’Ajax era infatti passato ad inizio ripresa con Brobbey e aveva trovato anche il 2-0 con Tadic (annullato con l’ausilio del Var). Poi, però, il regalo più bello è arrivato proprio da Edin Dzeko, l’uomo più atteso. Per mille motivi.
Fonseca rilancia Dzeko al centro dell’attacco e preferisce Diawara a Villar in cabina di regia. Ten Hag, invece, alla fine decide di lasciare ancora fuori Schuurs, con Jurrien Timber confermato al fianco di Martinez e Klaiber inserito sulla fascia destra. L’Ajax ha l’obbligo di fare la partita, ma poi nei primi 45 minuti non è che faccia spellare le mani, anzi. La squadra di Ten Hag pressa sempre molto alta sui portatori di palla, ma trova pochi spazi per andare in verticale, provando a giocare spesso di sponda su Tadic (con sovrapposizione verso il centro degli esterni).
Il merito però è anche di una Roma disegnata da Fonseca in modo intelligente nella fase difensiva e brava a non concedere mai spazi tra le linee per costruire. Così ad avere le prime occasioni sono proprio i giallorossi, con due tocchi deliziosi di Dzeko che mandano in porta prima Pellegrini (tiro fiacco dopo una cavalcata di 40 metri) e poi Veretout (gol annullato per fuorigioco). Del resto il piano partita di Fonseca è proprio questo: lasciare il pallino del gioco all’Ajax (al 45’ il possesso palla degli olandesi sarà del 73,7%) e provare a far male negli spazi, considerando anche gli sbilanciamenti difensivi della squadra di Ten Hag.
A mettere i brividi ai giallorossi ci pensa allora Pau Lopez, con il solito passaggio sbagliato in costruzione, ma a salvare lo spagnolo è Diawara, che respinge il tiro a botta sicura di Klaassen. Per il resto le emozioni si vedono con il contagocce (un colpo di testa alto di Tagliafico e un tiro di Tadic quasi innocuo), anche perché Neres e Gravenerch replicano la brutta prestazione di Amsterdam, mentre dall’altra parte Ibanez alterna chiusure importanti ad un erroraccio in impostazione.
A conti fatti, comunque, la Roma va al riposo con un risultato importante e senza correre pericoli particolari.