La regina del Mundialido 2021: Marocco vs Perù

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Il Marocco ha conquistato per la seconda volta consecutiva la coppa del Mundialido Club Italia, il torneo che da ventitré anni promuove l’integrazione e l’intercultura attraverso lo sport, battendo il Perù 1-0.
Lo stadio Renato Fiorentini si è tinto, come i tifosi, prevalentemente con i colori delle bandiere dei due paesi rappresentati.
Marocco e Perù sono entrati in campo al ritmo di musica, sostenendo un’enorme bandiera della pace adagiata alle loro spalle durante il canto degli inni nazionali. I giocatori marocchini stringono delle rose tra le loro mani.
Un momento importante per ritrarre l’identità delle squadre e dei paesi in gara che anno dopo anno si contendono il titolo di questo torneo orientato all’integrazione, al confronto e alla cooperazione, promotore di valori positivi all’insegna dello sport.
Il Marocco, campione in carica, sfida la rivelazione Perù, che dopo venti anni di partecipazione è arrivata a giocare l’ultimo atto della competizione.

Finalissima del Mundialido 2021: Lissette Costilla e il sogno del Perù

Il Perù dalla prima partita non ha nascosto l’ambizione di arrivare fino in fondo e vincere questa competizione per dedicarla al selezionatore e guida, Adolfo Costilla, venuto a mancare lo scorso anno. “Sarebbe importantissimo raggiungere questo traguardo”, racconta Lissette Costilla, “sono subentrata a mio padre nella gestione dell’associazione Seleccion peruana de futball Roma Italia, lui è stato il migliore nel favorire l’integrazione giovanile e io sto cercando di seguire le sue orme. Oggi siamo tutti mossi da questo sentimento profondo, per onorarlo. Questo gruppo è una famiglia e l’ho visto migliorare, i ragazzi sono bravissimi e li vorrei far crescere e farli integrare ancora di più, affinchè abbiano delle opportunità e una vita piena in sinergia con quello che rappresenta questo torneo. Se non dovessimo vincere non importa, loro sono molto forti, rimarrà comunque la gioia di essere giunti in finale ma anche la certezza che siamo predestinati e che a trionfare il prossimo anno saremo noi”.
Nell’aria si respira rispetto e competizione, e tutto è pronto per il fischio d’inizio.

Finalissima del Mundialido 2021: cronaca dell’incontro

Fin da subito il ritmo della partita è serrato. I marocchini sono giovani, mostrano qualità tecnica, corrono, e non mollano un centimetro di campo I peruviani non sono da meno e mossi dall’ambizione di vincere il trofeo per la prima volta giocano un calcio di qualità fin dai minuti iniziali.
Il tifo sugli spalti, scandito da trombette e cori, unisce donne, uomini, bambine e bambini.
Sul punteggio di 0 a 0 l’arbitro fischia la fine del primo tempo ed è durante l’intervallo che Eugenio Marchina, l’organizzatore del torneo, consegna alcuni premi, tra i quali un riconoscimento alla FIGC, il premio fair play al Mali, il titolo di miglior portiere ad Abderrahim Chaachaa del Marocco e il premio di capocannoniere a Celso del Perù, il quale a causa di una squalifica non è potuto scendere in campo al fianco della squadra.

Nella ripresa il gioco è veloce e intenso, numerose sono le occasioni per entrambe le squadre per sbloccare il risultato. Il Marocco, con vivace gioco corale, è più concreto nel momento opportuno e si porta in vantaggio con una rete di Zakaria El Qouatli, classe 2002, ed è proprio quel goal a consacrarli nuovamente campioni del Mundialido e a far esplodere la gioia sugli spalti dei tifosi con le bandiere rosse e la stella verde.
I neocampioni prima di andare a raccogliere gli applausi della propria tifoseria corrono ad applaudire gli spettatori sugli spalti peruviani e a omaggiare la squadra e il suo tifo che si sono battuti con onore durante tutta la competizione.
L’abbraccio della comunità marocchina avvolge la squadra che, guidata dal capitano Yassin, dal Presidente Youssef Saydawi e dall’allenatore Karim, alza ancora una volta la coppa in alto nel cielo. I giocatori consegnano le rose con cui erano entrati in campo alle mamme, alle fidanzate e alle sorelle che si sono battute insieme a loro, sugli spalti, per il titolo.

Finalissima del Mundialido 2021: Yassin Chaoui il capitano di un formidabile Marocco

Yassin Chaoui, il capitano del Marocco, milita nella squadra da quanto aveva 18 anni, oggi di anni ne ha 25 e per la seconda volta consecutiva è campione del Mundialido.

“Quando ho iniziato a giocare il gruppo non aveva un livello altissimo, qualche ragazzo si frequentava già io invece non conoscevo nessuno di origine marocchina. Sono nato e cresciuto qui, i miei genitori si sono trasferiti in Italia da più di trent’anni e io mi sento italiano ma è stato bello creare un piccolo gruppo forte e coeso che celebrasse anche le nostre origini. Attraverso lo sport siamo riusciti a formare una famiglia e anno dopo anno siamo diventati sempre più forti anche grazie a Karim, il nostro allenatore. Quest’anno abbiamo partecipato alla competizione autonomamente, abbiamo costituito una nostra associazione Artisti marocchini in Italia no profit e autofinanziata che ci potesse rappresentare al meglio, vogliamo infatti mostrare al consolato e all’ambasciata e agli occhi esterni che la cultura marocchina è bellissima e può essere proposta sotto una luce differente, non solo per fatti di cronaca e pregiudizi. Questo è proprio uno dei nostri principali obiettivi e questo torneo, è una bellissima occasione d’incontro è una opportunità per farlo, nonostante io ogni anno ripeta all’organizzazione che il sottotitolo dell’iniziativa “torneo di calcio per gli stranieri” non è pertinente, anzi si discosta dal sentimento d’integrazione che lo muove, basterebbe nominarlo torneo di calcio per l’intercultura”. Infatti, siamo in prevalenza ragazzi di seconda generazione, nati qui che vogliono raccordare le proprie origini con l’Italia, che è anche casa nostra”.

Sono queste le parole di Yassin, a margine della vittoria della sua squadra, che con un sorriso contagioso e la coppa stretta tra le mani si allontana verso l’esterno dello stadio dove la festa prosegue banchettando con il cous cous, “il più buono del Marocco”, chiosa Yassin, che la sua mamma ha preparato per vivere tutti insieme un momento di allegra condivisione perché il cibo è come lo sport, unisce superando ogni barriera.

PiuCulture

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