Wta: l’organizzazione mondiale Women’s Tennis Association ha annunciato che in reazione alla scomparsa per diverse settimane dell’ex campionessa cinese Peng Shuai, verranno sospesi tutti i tornei in programma nella Repubblica Popolare. Lo ha detto all’Afp un funzionario dell’ente internazionale delle tenniste professioniste.
Il massimo campione mondiale di tennis, il serbo Novak Djokovic, a margine del torneo di Coppa Davis, ha dichiarato di sostenere in pieno questa decisione “perché non abbiamo abbastanza informazioni su Peng Shuai e sulla sua salute”. “La sua salute è della massima importanza per il mondo del tennis – ha sottolineato Djokovic -. Non si tratta solo di lei, potrebbe essere chiunque, un giocatore o una giocatrice, una cosa del genere non deve accadere”.
Shuai, 35 anni, ex leader mondiale nell’ambito del doppio femminile, era sparita dopo aver rivelato, il 2 novembre scorso, di aver subito abusi sessuali. Il responsabile sarebbe stato nientemeno che l’ex vice – primo ministro del Consiglio di Stato cinese Zhang Gaoli, 75 anni.
E’ stato in carica dal 2013 al 2018. Inoltre è stato membro del Comitato permanente dell’ufficio politico del Partito Comunista Cinese, il principale consiglio governativo del Paese, dal 2012 al 2017. Peng Shuai ha raccontato sui social ciò che le avrebbe fatto l’uomo, a cui tra l’altro era stata sentimentalmente legata.
La Cina aveva cercato di correre ai ripari dopo le coraggiose dichiarazioni della sportiva, affermando che la Wta non avrebbe dovuto temere per la sicurezza delle sue giocatrici. Inoltre la Shuai in persona è (ri)apparsa di recente in un video con accanto il presidente del Comitato olimpico internazionale (Cio), Thomas Bach. L’intenzione era quella di rassicurare sulle sue condizioni di salute. Tuttavia non è bastato.
La Wta ha fatto presente che “il messaggio di Peng (sulle violenze sessuali, ndr) è stato rimosso da Internet e la discussione su questo importante problema è stata censurata”. “Ai funzionari cinesi è stata offerta l’opportunità di dimostrare in modo verificabile che Peng fosse libera e in grado di parlare senza interferenze o intimidazioni” e di “indagare sull’accusa di violenza sessuale in modo approfondito, equo e trasparente”. Tuttavia, ha proseguito l’organizzazione, ciò non è avvenuto in modo “serio e credibile”. Ci sono “seri dubbi” che Peng Shuai “sia libera, al sicuro e non soggetta a censura, coercizione e intimidazione”. Queste ultime dichiarazioni sono riportate dal sito Il Post.it.