Qatar 2022: capitani di 8 nazionali indosseranno la fascia contro le discriminazioni

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Qatar 2022:  capitani di 8 nazionali indosseranno la fascia contro le discriminazioni – Bianca, con un cuore a sei strisce e il numero 1 nel centro. Ecco come nasce la fascia da capitano contro le discriminazioni in Qatar e altre storie di fasce famose.

Qatar 2022 si avvicina e fa sempre più parlare di sé, non solo per quello che vedremo sul campo. Anzi. Dopo la maglia della Danimarca, disegnata in segno di protesta contro lo sfruttamento del lavoro degli immigrati, arriva la fascia da capitano contro le discriminazioni. La campagna condotta da OneLove è entrata in tackle anche nel mondo del pallone e già ben otto capitani hanno dato il loro assenso ad indossare questa fascia particolare: si tratta dei capitani di Inghilterra, Olanda, Francia, Germania, Belgio, Svizzera e Galles.

Cos’è OneLove

Partita dall’Olanda, la campagna OneLove è stata presto abbracciata da altre nazioni. L’obiettivo è quello di accendere i fari sulla situazione dei lavoratori migranti in Qatar. In tanti, purtroppo, hanno perso la vita durante le operazioni per il Mondiale e il calcio non può rimanere indifferente. OneLove chiede a gran voce che vengano rispettati gli standard richiesti in materia di diritti dei lavoratori e che le aziende forniscano un sostegno forte e legittimo ai propri dipendenti. A questo, si affianca il sostegno alla comunità LGBT+.

Come è fatta la fascia contro le discriminazioni

La fascia, che è già stata utilizzata da Harry Kane, capitano dell’Inghilterra, nel match di Nations League contro l’Italia di Roberto Mancini (che non vedremo al Mondiale), è immediatamente riconoscibile. Bianca, ha un cuore composto da sei strisce di colore diverso (rosso, nero, verde, rosa, giallo e azzurro). Al centro del cuore c’è il numero 1 e la scritta OneLove.

Le parole di Harry Kane

«Sono onorato di far parte di questa squadra di capitani – dice il centravanti del Tottenham Hotspur – e siamo tutti felici di supportare questa importante campagna di OneLove. Competeremo uno contro l’altro sul campo, ma saremo sempre uniti contro ogni forma di discriminazione. Questo è ancora più rilevante in un momento in cui la divisione è così comune nelle società. Indossare questa fascia manderà un messaggio chiaro su quale sia la direzione che vogliamo far prendere al mondo».

Roby & Co.

Da qualche decennio, ormai, anche la fascia di capitano è diventata un veicolo con il quale trasmettere dei messaggi. Così, molti calciatori hanno abbandonato la versione classica, con la C o la scritta Capitano, per arrotolarsi intorno al braccio un prodotto esclusivo e personalizzato.

Tra i primi a compiere questo passo, Roberto Baggio. Notoriamente buddista, il Divin Codino decise durante la sua esperienza alla Juventus di sfruttare il ruolo di capitano per diffondere un messaggio inerente la sua religione.

La fascia di Roberto Baggio (che poi la porterà con sé anche nelle stagioni disputate con il Bologna e con il Brescia) era formata da tre colori, il blu, il giallo e il rosso. All’interno della striscia gialla, poi, due ideogrammi.

Le tre strisce rappresentano le basi del buddismo. Il blu reclama la compassione verso tutti gli esseri e lo spirito di pace, quella gialla l’elogio della via di mezzo secondo l’insegnamento del Buddha Shakyamuni, quella rossa la pratica spirituale e meditativa.

Gli ideogrammi, invece, sono la parola Soka Gakkai, che significa vittoria.

Un’altra fascia davvero memorabile, anche se per motivi diversi, è quella che ha indossato per diverse stagioni in capitano della Roma Francesco Totti. Dopo aver riposto nel cassetto quella classica, il Pupone romanista se ne è fatta realizzare una speciale con il disegno di un gladiatore (simile a quello che si fece tatuare su un braccio dopo la conquista dello scudetto).

Tra le altre fasce da capitano famose, ricordiamo quello del Papu Gomez all’Atalanta con il cartone animato Holly & Benji, quella romantica del romanista Daniele De Rossi con la scritta “Sei tu l’unica mia sposa, sei tu l’unico mio amor” e quella di Carles Puyol al Barcellona con i colori della Catalogna.

gqitalia

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