Una nave perforerà il mantello terrestre per capire come è nata la vita

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Una nave perforerà il mantello terrestre per capire come è nata la vita – Gli scienziati salperanno ad aprile dal Portogallo a bordo della Joides Resolution, un’ex trivella petrolifera trasformata in nave da ricerca, per raggiungere il massiccio di Atlantide, una montagna sottomarina di 4.267 metri.

Un viaggio fino al centro della terra, a una temperatura di oltre 200 gradi, per capire come è nata la vita. Questo il nuovo, ambiziosissimo obiettivo di una nave che ha già trascorso decenni navigando verso il mantello terrestre.

Una ventina tra geologi, microbiologi e altri scienziati salperanno ad aprile dal Portogallo a bordo della Joides Resolution, un’ex trivella petrolifera trasformata in nave da ricerca, per raggiungere il massiccio di Atlantide, una montagna sottomarina di 4.267 metri che emerge dal fondo dell’Oceano Atlantico.

Lo scopo è quello di approfondire un foro di 1.400 metri praticato quasi 20 anni. Il nuovo traguardo è posto a 2057 metri. La distanza tra i due estremi è di gran lunga superiore all’altezza del One World Trade Center che si ferma ad ‘appena’ 541 metri.

Il foro sarà il più vicino di sempre al mantello e scandaglierà strati più profondi della crosta oceanica mai stati raggiunti prima. Ma c’è un compagno di viaggio poco accomodante con cui fare i conti: una temperatura che si attesta a 204 gradi centigradi. “Farà caldo”, ha dichiarato il geologo Peter Blum, responsabile del progetto della spedizione. “Questo è un territorio nuovo”.

La lavorazione del foro sarà complessa. Gli ingegneri della nave prevedono di calare i pesanti strumenti di perforazione attraverso circa 1.645 metri d’acqua per trovare un foro sul fondo. Gli ingegneri di Joides hanno paragonato il processo a quello di abbassare una matita legata all’estremità di una corda nella bocca di una bottiglia di soda con un ventilatore che soffia.

Adiacente alla dorsale medio-atlantica, il massiccio di Atlantide è una finestra tettonica, dove le placche si divaricano e portano in superficie gli strati più profondi della Terra. Trivellando le finestre tettoniche, gli scienziati possono esaminare parti della struttura interna della Terra che altrimenti sarebbero inaccessibili.

“È una sorta di soluzione per imbrogliare il sistema”, ha detto Jason Sylvan, oceanografo biologico della Texas A&M University.

I ricercatori intendono prelevare campioni dalle nuove profondità per verificare se una speciale miscela di roccia e acqua possa aver generato la vita sulla Terra e forse su altri pianeti. L’olivina, un minerale verde ricco di magnesio che abbonda a queste profondità, è fondamentale per la serpentinizzazione, una reazione che si verifica quando alcuni minerali incontrano l’acqua di mare. I geochimici pensano che la serpentinizzazione possa contribuire a creare la vita. La ricerca suggerisce che il processo genera l’energia e le condizioni geochimiche favorevoli alla creazione di molecole organiche.

“Questi sono gli elementi costitutivi della vita”, ha dichiarato Susan Q. Lang, geochimico presso la Woods Hole Oceanographic Institution e co-responsabile scientifico della spedizione.

L’obiettivo di Joides è di trivellare a una profondità in cui si pensa che si verifichi la serpentinizzazione, ma dove le temperature sono al di là dei limiti a cui è nota l’esistenza della vita. Se si dovessero trovare molecole organiche, si potrebbe confermare che la serpentinizzazione ha portato alla loro creazione e ha contribuito alla genesi della vita, ha detto Lang.

Agi

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