FASCISMO E FASCISTI – Sembra impossibile che, in un momento in cui tutte le certezze stanno vacillando, sotto la pressione di una pandemia che ha distrutto le vite e i sogni di milioni di persone, in Italia non si debba parlare altro che di
fascismo e di nuovi fascisti.
La giustificazione che siamo ancora in campagna elettorale, non solo non è un’attenuante, ma rende ancora
più avvilente il clima politico e il livello dell’informazione.
Il fascismo fu fondato da Mussolini nel 1919 e, trasformato rapidamente in un regime, ha dominato l’Italia
fino al 1943.
Chiunque, per giustificare posizioni falsamente equilibrate, sostenga che, tutto sommato, il fascismo ha
fatto anche cose buone, in realtà, dice solo stupidaggini.
L’aver costruito dei bei palazzi o aver edificato strade o scuole, non potrà mai far dimenticare la
soppressione delle più elementari libertà, la deportazione di milioni di ebrei, l’alleanza con Hitler e la
creazione di una dittatura, tra le più odiose che si siano mai viste.
Il fascismo, come pensiero e come periodo storico, è stata la pagina peggiore che gli italiani abbiano scritto
e non è assolutamente sbagliato dire che, in quel periodo, fu il male assoluto.
Detto questo, non è casuale, né improprio l’uso del passato remoto.
Il fascismo “fu” e, dalla sua caduta, avvenuta nel lontano 25 luglio 1943, nessuno ha più sentito la sua
mancanza.
Tuttavia, poiché, come abbiamo detto, fu il male assoluto, il termine fascista, nel tempo ha finito con
l’assumere un significato ulteriore, rispetto a quello assegnatogli dalla storia. Oggi, dire che uno è un
fascista, non vuol dire necessariamente che voglia ricostituire il partito fascista, ma più genericamente, che
è una persona negativa, violenta, non rispettosa dei diritti, delle diversità e delle libertà altrui.
Con una sola parola, si qualifica quella persona o quel gruppo di persone, proprio come quel male assoluto
che il termine, nel suo significato originale, richiama.
Dal dopoguerra ad oggi, però, vuoi perché la nostra Costituzione lo impedisce, vuoi perché gli italiani hanno
raggiunto una maggiore maturità e una più diffusa cultura, il partito fascista non è più stato ricostituito,
sebbene negli anni si siano presentati, sulla scena politica, gruppi sparuti di esaltati che inneggiavano a
principi di palese intolleranza o discriminazione razziale, sfociati, in alcuni casi in episodi di violenza che,
comunque, non hanno mai coagulato il consenso dei cittadini.
In realtà, più che la Costituzione, le cui norme vietano solo la ricostituzione del disciolto partito fascista, ciò
che ha regolato la materia, in questi anni, è stata la cosiddetta Legge Scelba, la quale, si badi bene, non
sanziona le manifestazioni del pensiero e dell’ideologia fascista in se, ma la riorganizzazione di gruppi le cui
attività abbiano l’attitudine a mettere in pericolo la tenuta dell’ordine democratico.
Il motivo per cui la legge Scelba non punisce il pensiero o l’ideologia fascista, è riconducibile all’art.21 della
Costituzione, che garantisce la libertà di pensiero.
Come si vede, il sistema democratico e l’apparato legislativo italiano, sono perfettamente strutturati per
proteggere i cittadini da improbabili attentati alle Istituzioni repubblicane da parte di sedicenti movimenti
fascisti e, al tempo stesso per garantire a tutti, anche a chi dichiari di ispirarsi ai principi fascisti, di
manifestare liberamente il proprio pensiero.
Di fronte a tanta perfezione, è avvilente assistere al confronto politico di questi giorni.
Una manifestazione, assolutamente legittima, di persone che protestavano contro l’utilizzo del green pass,
è stata inquinata da un gruppetto insignificante di facinorosi, sedicenti fascisti, che hanno invaso la sede
della CGL.
Un atto violento e ignobile, che si sarebbe potuto evitare, semplicemente predisponendo un servizio
d’ordine adeguato.
In ogni caso, i colpevoli sono stati arrestati e, sicuramente, le istituzioni repubblicane e la tenuta del
sistema democratico, non sono mai stati messi in pericolo.
Viene da domandarsi, allora, se il vero pericolo per la democrazia non sia da ricercare, anziché nella idiota
follia di Forza Nuova, nella violenza ideologica di chi strumentalizza queste vicende per finalità politiche e
in chi è disposto a calpestare i principi costituzionali e la libera manifestazione del pensiero, pur di
sconfiggere un avversario o mettere in cattiva luce chi legittimamente manifesta per un idea (i no green
pass), anche se non condivisa dalla maggior parte degli italiani.
La manifestazione di Roma è stata organizzata da chi ritiene che il certificato sia uno strumento
incostituzionale, che minaccia il diritto al lavoro e le libertà dei cittadini.
Si può pensare diversamente, ma non si può dire che i manifestanti abbiano condiviso gli atti di violenza
contro ciò che il sindacato, socialmente e politicamente, rappresenta.
Allo stesso modo, è inaccettabile ricondurre o attribuire la paternità ideologica di tali atti a partiti o
rappresentanti politici che operano secondo le regole del sistema democratico, con rappresentanti
regolarmente eletti dal popolo.
In un Paese realmente libero e democratico, chiunque può manifestare la propria idea, sia essa di destra o
di sinistra, sia che sia favorevole ai vaccini o che sia contraria e, soprattutto quando le idee sono scomode o
minoritarie, bisogna garantire a chi le sostiene di poterlo fare senza limitazioni, poiché tutte le più
importanti innovazioni e tutte le più grandi riforme, sono sempre partite da una minoranza di persone che
la vedevano diversamente dalla massa o da chi è abituato ad uniformarsi, sempre e comunque, all’opinione
prevalente.