Svizzera – Alla vigilia del voto i sono state una serie di violente proteste di piazze e crescenti minacce ai vertici delle istituzioni
Svizzera schierata in maggioranza per il Green Pass: oltre il 60% dei votanti al referendum si è espresso a favore del pass anti-Covid. È da settembre che le autorità hanno imposto il documento per poter entrare nei ristoranti e in altre attività al chiuso, ma gli oppositori lo hanno attaccato, ottenendo un referendum che si è svolto al termine di una campagna segnata da proteste e tensioni.
Non è la prima volta che i cittadini sono chiamati a pronunciarsi sui provvedimenti governativi in risposta alla pandemia di Covid-19: lo scorso 13 giugno il 60% degli elettori aveva approvato la prima legge che nel frattempo ha ampliato i campi di intervento.
Al centro di questa seconda votazione c’erano in particolare alcune modifiche contestate dall’opposizione e dai cittadini contrari: l’introduzione del Green Pass e il sostegno federale alla tracciabilità dei contatti.
Il pass creerà un “apartheid sanitario”, denunciano gli Amici della Costituzione, la Rete scelta vaccinale e l’Alleanza dei cantoni primitivi. Per i suoi detrattori il Green Pass porta a una discriminazione dei non vaccinati, allontanati dalla vita sociale, dalla formazione e dal mondo del lavoro, spingendo quindi i cittadini a farsi vaccinare.
Alcuni oppositori denunciano un “regime autoritario” o una “dittatura fascista” mentre altri sono preoccupati per “la sorveglianza elettronica di massa” vicina a quella vigente in Cina. In Svizzera molte delle restrizioni adottate sono regolamentate dalla legge sulle epidemie, oltre a quella specifica contro il Covid.
Nelle ultime settimane si sono moltiplicate le manifestazioni anti-pass, spesso davanti al Palazzo federale, a tratti violente. Per proteggere la sede del governo e del Parlamento da eventuali assalti dei no vax e no pass sanitario, le forze dell’ordine hanno costruito intorno un’apposita recinzione. Gli Amici della Costituzione rivendicano un gruppo di 17 mila membri e il sostegno del partito conservatore UDC, che al primo referendum aveva lasciato la libertà di voto.
Rispetto al primo referendum dello scorso giugno, il fronte del “sì” era apparso indebolito: all’interno delle stesse istituzioni riscuote un certo consenso il gruppo dei Freiheitstrychler, ovvero gli attivisti vestiti di bianco che suonano le campane in segno di protesta contro le misure di lotta alla pandemia.
Tuttavia rimane molto ampio il fronte dei consensi al governo, formato da quasi tutti i partiti e i cantoni. Alla vigilia del voto ribadiscono l’utilità del Green Pass che ha consentito alla popolazione di tornare a fare sport, andare al cinema e al ristorante, ritrovando così una vita sociale più simile a quella di prima.
Nella sua prima versione, in Svizzera la legge anti-Covid era incentrata sugli aiuti economici, ora passati in secondo piano anche se l’ultima versione prevede la proroga dei sussidi in caso di calo del fatturato, indennità di disoccupazione parziale, ma il numero di richiedenti è diminuito.