Roma – Rapido utilizzo del credito di imposta, previsto ma ancora inattuato, anche per il secondo trimestre 2022, applicazione della Cassa Integrazione Salariale Operai Agricoli (Cisoa) per la quale le imprese versano i contributi dal primo febbraio scorso, risorse finanziarie aggiuntive all’Ue e una compensazione sul modello della crisi Ucraina, per aiutare il sistema pesca agonizzante per la guerra e il caro gasolio.
Sono queste le principali richieste che il mondo della pesca ha posto al sottosegretario alle Politiche agricole Francesco Battistoni, da avanzare al ministero del Lavoro, durante il ‘tavolò attivato oggi a Roma, nel mezzo delle proteste delle marinerie italiane. Una mobilitazione che vede i pescherecci fermi da qualche giorno, visto che uscire in mare risulta ormai troppo antieconomico. A Venezia alcuni giorni fa c’era stato un corteo acqueo da Chioggia fino alla Capitaneria di Porto; a Manfredonia (Foggia) 200 pescherecci hanno fatto passare soltanto la nave con l’acqua per le Isole Tremiti. A Mazara del Vallo nessuna protesta, invece, in attesa degli esiti del Tavolo.
Nella Legge di Bilancio, ricordano le associazioni di categoria, è stato esteso anche ai pescatori il beneficio della cassa integrazione, ma al momento i tempi per accedere a questo ammortizzatore sociale sono lenti. Tra le richieste – che nei giorni scorsi hanno raccolto il sostegno delle Regioni – vi è anche quella di un emendamento nella proposta di regolamento della Commissione europea per consentire l’attivazione del fermo pesca anche come misura a sostegno della perdita di redditività dovuta alla crisi Ucraina, procedure semplificate di accesso al credito, sospensioni dei vecchi mutui e garanzie sui nuovi. Intanto, il blocco della pesca si ripercuote anche sul mercato al minuto e sulla ristorazione, costretta a utilizzare prodotto congelato e abbattuto, o a scegliere di chiudere i battenti. Fedagripesca-Confcooperative calcola un aggravio della bilancia commerciale, con un +30% di importazioni in Italia, per lo più dalla Spagna ma anche da Paesi Bassi, Svezia e Danimarca.
Per il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga la protesta «rappresenta un grido di allarme a cui le istituzioni sono chiamate a dare una risposta urgente. Molte istituzioni regionali si stanno attivando anche con misure di sostegno, ma è chiaro che occorre un’azione congiunta Governo-Regioni». Un tema che sarà al centro anche della Conferenza delle Regioni dell’8 giugno, con specifiche proposte da portare al Governo.