Il governo francese ha scelto di candidare la baguette a patrimonio immateriale dell’Unesco, che si pronuncerà non prima dell’autunno 2022. Lo ha annunciato il ministero della Cultura, precisando che l’iconico filoncino di pane ha avuto la meglio su altri due potenziali candidati, ovvero i tetti di zinco di Parigi e la festa di Biou d’Arbois (Jura), medievale e religiosa poi diventata repubblicana.
La candidatura va presentata formalmente entro il 31 marzo all’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, con sede a Parigi. “La baguette è un prodotto nobile, erroneamente considerato semplice, ma ci vogliono anni, a cominciare dai pochi ingredienti, prima di crearla con successo. È un prodotto che ci riunisce, motivo per cui l’ho scelto”, ha dichiarato al quotidiano Le Parisien la ministra della Cultura, Roselyne Bachelot, attualmente ricoverata per Covid.
La baguette, appellazione apparsa all’inizio del XX secolo a Parigi, è diventata un simbolo della vita quotidiana dei francesi e della gastronomia, celebrata in numerose pubblicità, in tv e al cinema. Eppure in Francia, sottolinea la ministra, il numero di forni è in costante calo, soprattutto nei comuni rurali.
Nel 1970 si contavano 55 mila forni artigianali contro i 35 mila di oggi e molti punti vendita propongono baguette di fabbricazione industriale. Ogni anno nel mondo circa un centinaio di dossier ottengono il marchio per l’iscrizione al patrimonio dei beni immateriali.
Per candidare un prodotto, prima deve essere inserito in un inventario nazionale che include tutti i beni e le tecniche storiche riconosciute. Successivamente il bene in questione deve essere valutato idoneo ad essere presentato all’Unesco, dietro parere consultivo, nel caso della Francia, del Comitato del Patrimonio etnologico e immateriale (Cpei).
Solitamente dietro una candidatura e affinché venga accolta, ci deve essere il sostegno di una federazione, in questo caso quella dei fornai.