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Oms: tace con i magistrati. Ranieri Guerra ha coperto Conte e Speranza

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Conte- Speranza

Oms: tace con i magistrati. Ranieri Guerra ha coperto Conte e Speranza – L’Organizzazione mondiale della sanità tace ai magistrati di Bergamo che indagano sulla pandemia. Al ministero della Salute troppe reticenze. E Ranieri Guerra ha brigato per favorire il governo Conte e le sue falle nella lotta al coronavirus.

Il presidente del Consiglio Mario Draghi probabilmente dovrà sollecitare esaurienti spiegazioni al presidente dell’Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, a proposito delle sue inopportune conversazioni con Guerra. E lo stesso dovrà fare col ministro Roberto Speranza, il cui capo di gabinetto Goffredo Zaccardi era abbastanza impegnato con lo stesso Guerra nell’evitare brutte figure al titolare del dicastero…

Se Bergamo non viene bloccata – ma parte degli atti sono già anche a Roma – saranno guai grossi. Anche se c’è chi vorrebbe sabotare un’inchiesta esplosiva, che serve a fare luce sulla tragedia che è arrivata a oltre centodiecimila morti per il Covid-19.

C’è un piano pandemico mai aggiornato dal 2006; ci sono provvedimenti conseguenti mai attuati; un rapporto dell’Oms sulle carenze dell’Italia nel contrasto alla pandemia, pubblicato e subito ritirato; c’è un’infinità di bugie che proprio la Procura di Bergamo attribuisce a Ranieri Guerra. Nel suo ruolo di direttore aggiunto dell’Oms e in quello di direttore generale del ministero fino al 2017, ne avrebbe dette troppe.

Probabilmente lunedì se ne saprà di più anche da RaiTre. La stessa redazione di Report di Sigfrido Ranucci è abbottonatissima. Ma qualcosa trapela e pare che la pm Maria Cristina Rota sia davvero infastidita per le “reticenze al ministero”.

Dunque, si vuole verificare che altro è accaduto dalle parti di Speranza anche quando l’unico ruolo formale ricoperto da Ranieri Guerra in Italia è stato fino a poco fa solo quello di membro del Cts, peraltro revocato proprio dal governo Draghi.

Ed è anche l’Oms che deve spiegare che cosa è accaduto.

È dell’8 marzo la richiesta di rogatoria della procura di Bergamo al ministero della giustizia per avere risposte precise dall’organizzazione mondiale della sanità. Che non risponde ancora ed è davvero incredibile.

Eppure è impressionante il materiale a disposizione dei magistrati che emerge tra le chat, in particolare nelle conversazioni tra Guerra e Brusaferro. Zaccardi è tirato in ballo, si riferiscono incontri con lui per conto di Speranza, il quadro che emerge è desolante. Da una parte Conte e il ministro della Salute si autoelogiavano in pubblico per la lotta al virus cinese, contemporaneamente c’era chi brigava per evitare che si sapesse dell’inerzia italiana.

Se è tutto vero, davvero un’autentica vergogna ai danni della Nazione.

Decisiva è stata la testimonianza del ricercatore Oms Francesco Zambon, che poi si è dovuto dimettere. Grazie a lui è venuta alla luce la trama imbastita da Guerra. E i magistrati vogliono ulteriori riscontri alle sue dichiarazioni proprio con la loro richiesta di rogatoria internazionale.

A partire dai documenti in possesso dell’Oms. E se l’Italia ha fatto il suo dovere. Ad esempio, abbiamo risposto ai questionari di autovalutazione annuali circa lo status dello sviluppo delle capacità fondamentali per fronteggiare un’emergenza sanitaria come la pandemia? E quali sono state le valutazioni dell’Oms in proposito?

Chi pubblicò il primo rapporto sulla risposta italiana alla pandemia Covid-19? Ancora: quale era l’obiettivo che il report in questione avrebbe dovuto perseguire, per quale motivo è stato rimosso dal sito e per quale motivo non è stato più ripubblicato?

Chi interloquisce con il Ministro della Salute italiano? (Qui la domanda dei magistrati è assai precisa: il ministro, non il ministero).

E poi, la pistola fumante. Scrivono da Bergamo: agli atti del procedimento penale vi è una mail  inviata  il  28 maggio  2020  alle ore  18.08, dal dott. Zambon al dott. Tedros Adhanom Ghebreyesus (direttore dell’Oms) e ad altri soggetti per chiedere “urgentemente un incontro in relazione a gravi episodi che stanno esponendo l ‘OMS ad un alto rischio su molteplici fronti con possibili conseguenze catastrofiche per l’Organizzazione. In breve: grave incidente diplomatico con il Ministro della Salute italiano e controparti italiane; ostacolo al passaggio di informazioni acquisite nel corso della risposta italiana al Covid verso i Paesi che ne hanno necessità, cosa che impedisce che vite vengano salvate e conseguentemente espone l ‘Organizzazione a responsabilità; ritiro di un rapporto OMS (approvato a tutti livelli, tra cui Chief Scientist)  già distribuito a  5.000 contatti, inclusa la stampa nazionale e internazionale, di fatto danneggiando la credibilità dell’OMS; gli Stati Membri chiedono insistentemente spiegazioni sul motivo del ritiro; rischio di danno catastrofico in termini di indipendenza e trasparenza se una versione “censurata” del rapporto viene resa disponibile; la sua immagine può essere danneggiata da attacchi da parte della stampa italiana e internazionale”.

Continua Zambon nella sua lettera al vertice dell’Oms: “Sono sicuro darà la dovuta attenzione considerando – che uno scandalo mediatico e politico di proporzioni enormi – in un momento delicato con l ‘imminente avvio del! ‘investigazione sull ‘operato dell ‘OMS in relazione al Covid – potrebbe succedere in qualsiasi momento. Poichè ho ricevuto pressioni da parte del Direttore Aggiunto Guerra in relazione ad alcuni dei punti sopra menzionati, le chiedo che il Direttore Aggiunto Guerra non sia presente a questo incontro”.

Chiedono i magistrati all’Oms: “Quali risposte sono state fornite dall’Organizzazione e se sia stato effettivamente sollevato incidente diplomatico  dall’Italia,  atteso  che  il  Ministro  Speranza ha  dichiarato  a questa Procura che “Il report è un documento del tutto indifferente per lo Stato italiano”?  Se e quali procedimenti, ovvero procedure di audit, siano stati attivati da OMS a seguito di tali vicende e a carico di chi”.

E’ certo il ministro Speranza di poter dormire sogni tranquilli dopo queste domande del procuratore capo di Bergamo Antonio Chiappani e della sua aggiunta Maria Cristina Rota? Questa storia è piena di domande. Ora ci vogliono le risposte.

di Francesco Storace

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