Governo Draghi: quota 100 e cashback fuori dal Recovery plan

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Governo Draghi: quota 100 e cashback fuori dal Recovery plan – Nel Piano nazionale di ripresa e resilienza da consegnare a Bruxelles il 30 aprile non sono rientrati i due dossier che riguardano le pensioni e i pagamenti elettronici. Quale sarà il futuro di queste due misure e le novità sul superbonus, l’agevolazione per le ristrutturazioni green.

Sono 248 i miliardi complessivi da utilizzare per le riforme strutturali in un Paese messo in ginocchio da una pandemia che continua a mietere vittime e a far paura. È il giorno del voto in Parlamento sul Recovery plan italiano. Nelle scorse ore il premier Mario Draghi ha presentato il Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza. “Il primo obiettivo è riparare i danni creati dalla pandemia”, ha detto il presidente del Consiglio. Sono stati stanziati circa 50 miliardi per digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura. Nessun taglio al superbonus e un impegno per estenderlo al 2023. Draghi ha parlato anche di donne, giovani, sud e assegno unico. Il 30 aprile, data della consegna del Piano di ripresa e resilienza italiano a Bruxelles, è solo il punto di partenza per governo e Parlamento che, in otto mesi, da maggio a fine anno, dovranno produrre undici provvedimenti legislativi, tra decreti, riforme e deleghe.

Quota 100 e cashback fuori dal Recovery plan: cosa succede ora

Dal Pnrr sono stati esclusi due dossier relativi alla proroga di quota 100 e al cashback. Gli interventi potrebbero subire delle modifiche e prendere strade differenti. Vediamo quale sarà il futuro di queste due misure. Per quanto riguarda quota 100, i pensionamenti con almeno 62 anni d’età e 38 di contributi termineranno a fine anno. In seguito si dovrà decidere come gestire lo scaglione che si verrà a creare tra la fine del 2021 e i primi mesi del 2022, quando l’età pensionabile sarà portata a 67 anni.

Cosa accadrà dopo? Quota 100 potrebbe essere sostituita con misure mirate a categorie di lavoratori impegnati in attività gravose e usuranti, accompagnate da un’ulteriore proroga dell’Ape sociale e di opzione donna. La Lega sta spingendo per andare verso “quota 41”, così come richiesto dai sindacati che vorrebbero un meccanismo flessibile che garantisca la possibilità di uscire dal lavoro al raggiungimento del 41esimo anno di contribuzione a qualsiasi età.

Ma c’è di più. Come ha spiegato il presidente dell’Inps Pasquale Tridico, un’ipotesi di riforma del sistema pensionistico che vada incontro al problema degli assegni destinati a diventare sempre più bassi potrebbe essere quella di una “divisione della quota pensione in due quote: retributiva e contributiva”. L’ipotesi prevede un anticipo pensionistico solo per la parte contributiva: 62/63 anni e 20 anni di contributi. Il resto (la quota retributiva) lo si ottiene a 67 anni.

E veniamo al cashback. Il piano pensato dall’ex premier Giuseppe Conte per favorire i pagamenti elettronici e combattere l’evasione fiscale dovrebbe restare in vigore anche se non è presente nel Pnrr (la bozza del Pnnr del governo Conte 2 prevedeva di rifinanziare la misura con uno stanziamento di 4,77 miliardi). Si starebbero però valutando alcuni correttivi per evitare utilizzi impropri dell’incentivo. Le revisioni del cashback e in particolare del super cashback potrebbero far parte della prossima legge di bilancio. Un’altra possibilità è invece che il governo decida di far concludere il piano cashback con la prima scadenza del programma, ossia il 1° luglio 2021.

Come abbiamo spiegato qui, nell’attuale maggioranza il cashback non piace a tutti e del resto lo stesso Mario Draghi non lo ha mai difeso a spada tratta. Il fatto che nel Recovery plan non vengano stanziati dei fondi ad hoc tuttavia non significa necessariamente che il programma verrà cancellato. Resta in piedi la possibilità di finanziare questo strumento con i fondi ordinari, ma non si può escludere neppure l’eventualità che dopo la prima scadenza, prevista a luglio, il cashback venga effettivamente accantonato.

Le novità sul superbonus

Sulla proroga al 2023 del superbonus 110% per l’edilizia, chiesta a gran voce da alcuni partiti, oggi Mario Draghi ha spiegato: “Molti di voi hanno chiesto garanzie relativamente al superbonus. Ribadisco che per questa misura, tra Pnrr e Fondo complementare, sono previsti oltre 18 miliardi, le stesse risorse stanziate dal precedente governo”. Il presidente del Consiglio ha promesso un impegno del governo “a inserire nella legge di bilancio per il 2022 una proroga dell’ecobonus per il 2023”. Draghi ha aggiunto che “già con un decreto legge a maggio, interveniamo con delle importanti semplificazioni per agevolare la sua effettiva fruizione” perché “le procedure sono complesse”.

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