Caro direttore, manovre d’autunno: bye, bye di Joe Biden alla Casa Bianca, nessuna possibilità per Silvio Berlusconi di salire al Quirinale e Super Mario ancorato a Palazzo Chigi. È questo il quadro più realistico che si prospetta per i prossimi mesi. Su «Sleepy Joe» si conferma il report dell’Intelligence, pubblicato da Il Tempo il 28 marzo scorso, secondo il quale il presidente degli Stati Uniti non porterà a termine il suo mandato.
L’unica variabile è se dovrà rinunciarvi per le sue condizioni di salute traballanti o se, di fronte ad un’offensiva politica talmente deflagrante, sarà lui stesso a gettare la spugna. Nella conferenza stampa di giovedì è apparso incerto, titubante, e non per il comprensibile momento di commozione ma perché perso nella ricerca di concetti e informazioni nella sua mente che non riusciva a trovare. A differenza del marzo scorso, peraltro, la stella della vicepresidente Kamala Harris, esaltata dalle femministe di tutto il mondo nonostante le gaffes a getto continuo da mesi, non brilla più tanto e i Democratici non sanno più come gestire questa situazione che sta andando fuori controllo. L’abbandono dall’Afghanistan, avvenuto peraltro senza neppure pre-avvertire gli alleati, ha gettato nel caos le cancellerie amiche di mezzo mondo ed ha perfino indispettito quelle nemiche, sorprese da cotanta superficialità tattica e strategica. Non solo Biden, dunque, ma del tutto inadeguato si è dimostrato anche lo stato maggiore di diplomatici, militari e uomini dell’Intelligence che si sono mossi intorno a lui. E l’attacco di ieri contro un esponente di ISIS-K probabilmente più che una vendetta sarà l’ennesimo autogoal.