Chiudendo gli occhi si potrebbe quasi ancora annusare il suo profumo o sentire il fruscio dei suoi vestiti: il palazzo veneziano di Sissi, capricciosa imperatrice d’Austria, riaprirà finalmente le sue porte al pubblico il 14 luglio dopo decenni di oblio.
Dagli alti soffitti della sala da ballo all’intimità del minuscolo boudoir di Elisabetta d’Austria, regina anche di Ungheria, Boemia e Lombardo-Veneto, il visitatore si immerge in un’atmosfera di un altro secolo e scopre come viveva colei che cadde sotto i colpi di un anarchico italiano nel 1898 a Ginevra, a soli 60 anni.
Il boudoir, particolarmente toccante con “un fregio rappresentante i suoi fiori preferiti che erano gigli e fiordalisi (…) è stato interamente realizzato per lei”, racconta ad AFP Jérôme Zieseniss, presidente del Comitato francese per la salvaguardia di Venezia, l’organizzazione che ha devoluto integralmente i sette milioni di euro di lavoro grazie alle donazioni di generosi mecenati.
“È stata lei quella che ha vissuto più a lungo in questo palazzo”: oltre alle visite occasionali, “ha trascorso qui sette mesi di seguito”, precisa su colei che è stata immortalata al cinema da Romy Schneider e Ava Gardner. “Ha ricevuto poco, le sono state inviate foto di giovani donne da tutta Europa per confrontarsi con loro e vedere se era ancora bella”.
In piedi davanti al ritratto dell’imperatrice, Andrea Bellieni, direttore del Museo Correr e come tale amministratore del palazzo, rivela che “Sissi, dal carattere complesso e introverso, non amava la vita pubblica e pare che le piacesse uscire di notte in gondola”.
Situati tra Place Saint-Marc e la foce del Canal Grande, quindi nel cuore della Serenissima, questi splendidi appartamenti dispongono di ben 27 camere che hanno richiesto 22 anni di lavoro.
“Abbiamo dovuto far emergere cinque amministrazioni perché queste stanze erano state trasformate in uffici alla fine della monarchia (…) Non era molto semplice”, ha eufemizzato Jérôme Zieseniss.
Se l’Imperatrice d’Austria è la sua ospite più famosa, il palazzo deve la sua nascita all’imperatore francese Napoleone I, che divenne Re d’Italia nel 1805, anche se lui stesso non vi mise mai piede. Una statua che lo raffigura come imperatore romano è comunque esposta nel palazzo per ricordare il suo ruolo.
Il Louvre di Venezia
“Poi gli succedettero per 50 anni gli Austriaci, in seguito arrivarono i Savoia (la dinastia che regnò sull’Italia dal 1861 al 1946, ndr), insomma i veri re d’Italia”, osserva con malizia il Sig. Zieseniss. A poche settimane dall’apertura al pubblico, artigiani di alto livello sono ancora al lavoro per rifinire gli arredi, come Andrea Dal Mas, tappezziere di professione e impegnato ad aggiustare i tendaggi di un letto a baldacchino. Alla domanda se Sissi riconoscerebbe oggi il “suo” palazzo, risponde ironicamente: “Conoscendo lo spirito errante della principessa, resta da vedere se sarebbe rimasta o se avrebbe cambiato nuovamente residenza”. Dopo anni di duro lavoro, Jérôme Zieseniss, qui come a casa sua, ha scelto di raccontare le avventure del luogo in un libro, “Il Palazzo Reale di Venezia – Il gioiello nascosto di Venezia“, preceduto dall’ex presidente e direttore del Louvre Pierre Rosenberg. Brulicante di aneddoti, racconta con gusto l’intreccio dei legami familiari tra i successivi occupanti di questi luoghi eccezionali. Nella stanza di Sissi indica il divano letto di Eugène de Beauharnais, “che fu figlastro di Napoleone, viceré d’Italia e principe di Venezia“. “Eugène era sposato con Auguste-Amelie di Baviera, zia di Sissi. Quindi le dinastie si sono succedute, ma in realtà è praticamente sempre la stessa famiglia che resta”, osserva sorridendo. A livello pratico, le sale del Palazzo Reale, finalmente restaurate, sono accessibili con il biglietto al Museo Correr, complesso museale soprannominato da alcuni “il Louvre di Venezia”. Un nome accettato volentieri dal suo direttore perché “questo edificio concentra secoli di storia e dal 1922 ospita il museo cittadino, che racconta la grande storia della Serenissima”.