Nawal El Saadawi, la lotta delle donne e degli uomini egiziani

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Foto: AFP

Celebre scrittrice, psichiatra e attivista egiziana, Nawal El Saadawi, è autrice di oltre 40 libri ed ha avuto una vita molto difficile. La sua principale battaglia è stata contro la mutilazione genitale femminile, contro la quale ha lottato per oltre cinquant’anni, con il libro “Donne e Sesso” pubblicato nel 1969 e vietato dalle autorità politiche e religiose. Ha fondato un’Associazione di Solidarietà con le Donne Arabe che è stata chiusa dal governo nel 1991. E’ stata accusata, per una sua pubblicazione, di apostasia e di eresia dall’università Al Azhar nel 2007, verso la quale intenta causa che vince nel 2008. Ha ricevuto diversi premi letterari, tenuto conferenze in molte università e ha partecipato a numerose conferenze internazionali e nazionali.

In occasione della Giornata Internazionale delle Donne ha rilasciato la seguente dichiarazione:

“La nuova Unione delle Donne Egiziane, formata in piazza Tahrir da giovani donne e giovani uomini rivoluzionari, ha lottato dalla rivoluzione del gennaio 2011 per unire i gruppi femministi e progressisti in Egitto, e lottato collettivamente per un nuovo sistema in Egitto, basato sulla vera libertà (non sulla falsa democrazia del capitalismo patriarcale), sulla vera dignità, sulla giustizia socio-economica e sull’uguaglianza per tutti, a prescindere dal sesso, dalla religione, dalla classe e dalla razza.

Siamo stati in grado, attraverso il potere di milioni di persone unite, a rimuovere la testa del regime (Hosni Mubarak) l’11 febbraio 2011, ma il corpo del regime è ancora al potere, sostenuto dal governo coloniale americano e dai suoi alleati egiziani nell’Alto Consiglio Militare, nel governo post rivoluzionario, nelle grandi e ricchissime elites commerciali, nei grandi media, nei vecchi partiti politici liberali e nei nuovi gruppi religiosi fanatici che hanno accresciuto il loro potere nel periodo di “Sadat” durante gli anni settanta, e la sua sottomissione al regime israeliano e all’aiuto militare ed economico americano.

Da allora la povertà e l’oppressione delle donne è aumentata sotto il potere crescente del fondamentalismo religioso e dello sfruttamento di classe.

Le donne sono la metà della società. Non possono essere liberate in un paese che non è liberato.

Associamo la nostra liberazione dal patriarcato alla liberazione del nostro paese dal colonialismo e dall’oppressione religiosa, nel nome di Dio, dell’amore, della pace e della democrazia.

Bin Laden e George Bush hanno lavorato insieme contro i poveri e contro le donne, poi hanno avuto interessi conflittuali e hanno cercato di uccidersi l’un l’altro.

Oggi, Barak Obama e i Fratelli Musulmani sono amici, trattano i loro interessi comuni. Non ci sono principi in questa politica e interessi che cambiamo.

Oggi la maggior parte delle persone nel mondo, nel nord e nel sud, si stanno ribellando contro il sistema capitalista patriarcale, da piazza Tahrir al Cairo a Occupy Wall Street a New York e in tutto il mondo.

Le donne e gli uomini stanno lottando insieme in Egitto come in altri paesi.

Non è abbastanza essere donna, essere contro il patriarcato e non è abbastanza essere liberale o socialista, essere contro il capitalismo e il colonialismo. Non è abbastanza essere atei per combattere l’oppressione religiosa.

Abbiamo donne che sono più patriarcali degli uomini, abbiamo uomini socialisti che sono più capitalisti dei leaders di estrema destra, e abbiamo atei che sono più fanatici dei fondamentalisti.

La contro rivoluzione in Egitto sta ancora uccidendo giovani uomini e giovani donne rivoluzionare.

Da gennaio 2011, migliaia sono stati uccisi, migliaia sono stati mutilati, migliaia sono stati imprigionati, ma la rivoluzione continua.

Non abbiamo perso la speranza nonostante il duro contraccolpo contro di noi.

Le donne in Egitto sono sempre più escluse dai poteri controrivoluzionari, dai posti importanti, dalle attività politiche e dai consigli superiori, formati dopo la rivoluzione. Le cosiddette elezioni democratiche in Egitto dopo la rivoluzione hanno portato in parlamento il 2% di parlamentari donne e una buona maggioranza dei Fratelli Musulmani e di gruppi salafiti che sono più arretrati di altri gruppi fanatici religiosi.

Ma la lotta in Egitto continua.
Dobbiamo unire le forze a livello mondiale e locale per combattere.
Non dobbiamo separarci in una lotta di livello globale, locale e “glocale”.

Viviamo in un mondo (non in tre mondi) dominato dallo stesso sistema oppressivo; il sistema capilista, imperialista, religioso, razzista, militare e patriarcale.

Prima o poi ci libereremo.
Non perderemo mai la speranza perché la speranza è potere.”

Nawal El Saadawi
Il Cairo, Egitto

Traduzione di Maria Teresa Polico

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