Adriano Segatori – Boualem Sansal, scrittore algerino di fama internazionale, boicottato in patria dove ha deciso comunque di vivere, le sue opere sono all’indice: tutto ciò per il suo impegno ormai quasi trentennale nel denunciare il pericolo islamista e la sua strategia di conquista. Dal suo primo libro, traducibile come Il barbaro sermone o Il sermone dei barbari, è stato prodotto un film di successo.
Lui, che di Islam se ne intende, avverte dell’operazione in corso da parte dei fondamentalisti, del loro progetto in corso di invasione dell’Europa e dell’obiettivo di conversione forzata degli infedeli. Insomma, a rischio della sua vita, avverte noi – ciechi e sordi di fronte alla realtà in cui siamo immersi – del pericolo per le nostre vite e per la nostra civiltà.
Sosteniamo Sansal, pur conoscendo documenti e piani di quanto lui denuncia, perché è moralmente e politicamente essenziale dare supporto a coloro che marciano insieme a noi in difesa – questa sì sincera, reale e non ipocrita – pace condivisa.
E se lui è isolato nella sua patria, anche noi non siamo ben messi tra viltà intellettuali, complicità istituzionali e interessi economici, tutti favorenti l’invasione in corso. E diciamo questo con cognizione di causa, se una giurista algerina, Karima Bennoune, in esilio perché minacciata di morte dagli islamisti, ha rilevato come “i musulmani che cercano di sottrarre la loro religione all’influenza islamista” si sentono “abbandonati dai progressisti occidentali, sempre più accecati dai loro paraocchi postcoloniali”.
Un Occidente masochista e suicida smentisce e squalifica coloro i quali, sopportando privazioni e limitazioni della propria vita personale e sociale, combattono l’integralismo e arginano la deriva fondamentalista.
Quindi, prima dei nemici esterni, incappucciati e platealmente aggressivi, dobbiamo affrontare i nemici interni, quelli che a viso scoperto, con sorriso mellifluo e supponenza classista, favoriscono l’opera di smantellamento dei diritti fondamentali di uomini e donne musulmane, nel modo più vergognoso e sconveniente.
Siamo in guerra – ha ragione Sansal – condotta con tutte le armi non convenzionali, dalla filosofia alla cultura, dalla finanza alla retorica dei diritti, dalla violenza terroristica alla retorica buonista.
Vada come vada, qualcuno risponderà della sua vile collusione, ma almeno noi diremo di aver visto l’evidenza, ciò che altri hanno negato per il loro disturbo cognitivo e per una cattiva coscienza.