IL SENTIMENTALISMO MIGRATORIO

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IL SENTIMENTALISMO MIGRATORIO

La questione migratoria tra Italia e Francia – peraltro non solo in questo caso, a dire il vero – ha assunto aspetti paradossali e, per certi versi, inquietanti.

Da parte nostra, un Presidente della Repubblica il quale, mettendosi di traverso alle operazioni governative, sente il Presidente francese tranquillizzandolo sui buoni rapporti con l’Italia, come due innamorati di Peynet – tanto per restare in ambiente gallico – che si rassicurino a vicenda dopo un momento di incomprensione.

Da parte francese, c’è un Emmanuel Macron astuto, spregiudicato, doppiogiochista per struttura di personalità, che intelligentemente scommette in maniera equivoca sul contemporaneo binario della sicurezza e dell’accoglienza.

Del resto, mentre Mattarella ha auspicato la cessione di una parte della sovranità all’Unione Europea, Macron rivendica, giustamente, la sua sovranità: non potrebbe fare diversamente, perché è lui che si sente sovrano.

Ed è proprio su quest’ultimo che è necessario focalizzare l’attenzione, per la pericolosità che lui rappresenta con i suoi comportamenti.

Emmanuel Macron, con la sua superficiale affabilità, la dote manipolatoria, la mancanza di scrupoli, ha il narcisismo sotto attacco e, con esso, corre il rischio di vedere infranta sia l’affidabilità che il senso onnipotente di grandiosità. Per lui l’immigrazione è una battaglia all’ultimo respiro.

Da un lato, non può venir meno al suo aspetto caritatevole e filantropico, per quanto artefatto e ingannevole, che però è una delle due colonne che sostengono la personalità; dall’altro, deve assecondare la sua rappresentazione di rigore e di severità, segno di determinazione e di comando.

La sua personalità, per confermarsi perfetta e impermeabile, deve sempre fare i conti con il diavolo e con l’acqua santa, con la sinistra e con la destra: in termini pratici, con la questione della sicurezza interna, già denunciata come precaria da Gérard Collomb nel 2018 quando ha parlato di “Riconquista Repubblicana” riferendosi alle banlieue, e con l’aureola dell’ospitalità incondizionata della dottrina Mitterand.

Emmanuel Macron è a rischio, non solo politico, ma soprattutto in riferimento all’immagine di sé. Crollerà Macron? Non è dato sapere. Ma fintantoché è attivo resta comunque un pericolo, in generale, ma soprattutto per l’Italia, data la sua debolezza istituzionale.

Di Adriano Segatori

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