Riforma della giustizia, Nordio a tutto campo – Qualcuno avrebbe detto “il vento sta cambiando”, ma ora sta cambiando davvero e lo testimoniano le forti e decise affermazioni del Guardasigilli Carlo Nordio nell’illustrare alle CommissioniGiustizia delle Camere le linee programmatiche che intende seguire.
L’ex Magistrato è scatenato a tutto campo sulla sua, ritengo,condivisibile visione di come dovrebbe essere riformato il sistema giudiziario in Italia, in piena coerenza con quanto ha professato in tutta la sua vita di garantista e liberale.
«Poiché in questo momento la priorità assoluta è il superamento della crisi economica, le prime iniziative tenderanno a incidere favorevolmente in questa direzione, attraverso la semplificazione della legislazione e dell’organizzazione giudiziaria, attraverso una complessiva rivisitazione della sua geografia e piante organiche di magistratura e personale amministrativo» così ha iniziato la sua esposizione.
«In un secondo momento saranno elaborate le proposte che incideranno più radicalmente nel sistema complessivo. Il lavoro preliminare è già iniziato, con il progetto di istituire le opportune commissioni e gruppi di lavoro. Ma poiché alcune riforme richiederanno una revisione costituzionale, i tempi saranno meno brevi» ha chiarito.
Per la giustizia civile ha assicurato che verranno accelerati i tempi dei decreti attuativi della riforma in corso, ma è sul sistema penale che maggiormente ha affondato ponendo l’accento sulla separazione delle carriere, sulla presunzione d’innocenza, sull’abuso delle intercettazioni, sulle misure alternative al carcere e sulla riforma del Csm.
Insomma una vera e propria rivoluzione liberale che coniughi le giuste garanzie, che spettano a tutti i cittadini, con un’efficace repressione dei reati che creano allarme sociale e con la certezza della pena, che troppo spesso in questo Paese appare una chimera. Il tutto in piena sintonia con il programma proposto in campagna elettorale, tanto che gli ha fatto immediatamente eco il Presidente del Consiglio che, al termine del summit di Tirana, ha dichiarato “Penso che la riforma della giustizia sia prioritaria e mi sembra che in molti siano d’accordo. L’approccio di Nordio è l’approccio che il governo condivide. Una riforma della giustizia deve avere due grandi obiettivi: garantire il massimo delle garanzie agli indagati e imputati e poi certezza della pena. Mi definisco una garantista nella fase di celebrazione e una giustizialista nella fase di esecuzione della pena. E credo che quello che Nordio disegna sia un meccanismo di questo tipo”.
Mi trovo pienamente d’accordo con le linee tracciate ritenendo che le tre parole d’ordine per una moderna giustizia nel nostro Paese debbano essere equità, efficacia e rapidità, queste sono, quindi, le finalità che la politica deve perseguire, facendo sì che il cittadino onesto si senta effettivamente supportato dal sistema nel far valere i propri diritti e garantito da possibili abusi.
E’ evidente, però, che qualsiasi riforma non possa avere efficacia radicale se non si attua un investimento massiccio in uomini e mezzi, storicamente insufficienti per la mole di lavoro, dovranno, quindi, essere destinate congrue risorse al comparto per l’assunzione straordinaria di magistrati e personale amministrativo, che possa far superare le lentezze croniche dovute al sottodimensionamento degli organici.
Una riforma efficace della magistratura, della struttura e dell’organizzazione degli Uffici dovrebbe prevedere la separazione delle carriere, la responsabilità professionale diretta dei magistrati, la perentorietà di alcuni termini per questi ultimi, processi brevi con successione di udienze a giorni ravvicinati (con termini fissi), la revisione della geografia giudiziaria secondo criteri di efficienza e razionalità, l’unificazione della giurisdizione civile, amministrativa, tributaria e contabile in un unico Tribunale, con sezioni specializzate, ciò al fine di evitare tutto il contenzioso riguardante problematiche di giurisdizione, contenzioso che, con tale soluzione, non avrebbe più ragione di esistere, la piena attuazione del processo telematico con un’unica piattaforma informatica.
Alcuni interventi nella giustizia civile a costo zero potrebbero avere un forte effetto acceleratorio come, ad esempio,l’attribuzione agli avvocati del potere di emettere decreti ingiuntivi e provvedimenti di sfratto (salva successiva opposizione avanti al magistrato), l’introduzione dei danni punitivi nel nostro sistema risarcitorio (essi costituiscono forte deterrente rispetto a comportamenti illeciti che, poi, danno adito a contenzioso) ed il favorire, dandole maggiore spazio, la negoziazione assistita rispetto alla mediazione obbligatoria.
In materia penale riterrei prioritari interventi sulla separazione delle carriere tra giudicanti e PM, come già ho detto, sullalimitazione della carcerazione preventiva ai reati più gravi e che comportino forte allarme sociale, sulla ridefinizione della normativa delle intercettazioni telefoniche con precisi limiti di tempo e per specifiche fattispecie di reato, con immediata cancellazione delle parti non avente rilievo per le indagini, sullacertezza della pena, con previsione di lavori socialmente utili, anche per brevi periodi (ad esempio un giorno a settimana), al fine di poter usufruire della sospensione condizionale, che, in questo caso, potrebbe prevedersi anche per pene fino a tre anni, un più incisivo risarcimento del danno per ingiusta detenzione, con fissazione di congrui criteri automatici di indennizzo.
Insomma i temi e gli spunti di riflessione sono tanti e questo Governo mi sembra si avvii sulla strada giusta.
Di Antonfrancesco Venturini