LA FRANCIA INSORGE, L’ITALIA SI INDIGNA

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LA FRANCIA INSORGE, L’ITALIA SI INDIGNA

Tutti sono convinti che gli italiani siano persone indisciplinate, poco osservanti delle regole, irrispettose nei confronti del potere. Niente di più sbagliato: un vero e proprio falso storico.
La stragrande maggioranza ha indossato la camicia nera, poi, con la democrazia, la stessa è diventata antifascista. La sinistra applaudiva alle guerre umanitarie targate Nato, la stessa manifesta contro l’ingerenza americana. Questa caratteristica proteiforme è definibile con due battute, una di Leo Longanesi e l’altra di Ennio Flaiano: il primo ha constatato che il popolo ha tolto lo stemma sabaudo dalla bandiera sostituendolo con il motto “Tengo Famiglia”; il secondo ha causticamente annotato che gli italiani sono anche disposti a fare le barricate, ma con i mobili degli altri.
Sarà triste, ma queste constatazioni sono documentabili nella realtà, salvo eccezioni di merito.
I francesi no, quando si incazzano si incazzano. Assaltano la Bastiglia, tagliano le teste, sterminano i vandeani: non si scherza mica con i loro sentimenti e i loro stati d’animo.
La dimostrazione è data dalla rivolta in atto per l’allungamento dell’età pensionabile. Mentre noi assistiamo in diretta alle coccodrillesche lacrime della Fornero, loro fanno impestare l’aria di lacrimogeni, ma l’unico ad avere la strizza è il narcisista dell’Eliseo.
Loro attaccano con violenza e determinazione chiedendo l’uscita dall’Unione Europea e dalla Nato; noi ci indigniamo per gli strozzinaggi di Bruxelles e per le armi all’attore Zelensky. Loro insorgono contro le decisioni presidenziali, mentre noi sopportiamo tradimenti governativi, politicanti venditori di fumo, ingerenze straniere e ricatti migratori.
Che sia ragionevole o meno la ribellione in atto, quello che è interessante dal punto di vista sociologico e della psicologia di massa è la reattività di un popolo che non intende sottostare a decisioni che ritiene inique e arbitrarie. I due anni in più di lavoro sono necessari per il mantenimento dell’economia? Il bacino idrico è importante per affrontare la siccità? Domande che vengono cortocircuitate dalla volontà oppositiva del popolo.
È questo il problema che deve affrontare Macron e, con lui, le altre democrazie europee. Lui ha usufruito di una legge per bypassare il parlamento, e il popolo non condivide e non perdona. In Italia, soprattutto nella farsa pandemica, è accaduto lo stesso: il popolo non ha condiviso, ma è stato ammaestrato con strumenti psicologici. Sempre salvo eccezioni di merito.
Per Macron il periodo è piuttosto buio e rischioso: perdere la faccia significherebbe un danno irreparabile alla sua patologica autostima, una ferita narcisistica difficilmente cicatrizzabile. Da noi i politici hanno perso la faccia, e non solo, da tempo immemorabile.
Ogni popolo ha un suo pericolo politico: chi uno psicopatico anaffettivo, chi una melassa indecorosa. In un caso insorge, nell’altro si indigna. Sarà la Storia ha definire caratteri e destini.

Di Adriano Segatori

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