UNA CECITÀ CRIMINALE

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Adriano Segatori

UNA CECITÀ CRIMINALE – Un grande scrittore francese dell’attualità – Emmanuel Carrère – nel suo ultimo saggio intitolato “V13”, raccolta di articoli riguardanti le udienze del processo contro gli attentatori
sopravvissuti all’attacco al Bataclan e ad altri bersagli parigini, fa una considerazione personale sulla quale politici, benpensanti, buonisti ed accoglienti vari dovrebbero meditare.
Lui, moderato, dalla mente aperta e dallo spirito democratico, teneva a Leros un laboratorio di scrittura per coloro che erano ospitati in un hotspot, migranti che riferivano fame, sete, paura, ricatti dei passeurs ed altre pericolose disavventure.
Da lì erano passati anche i terroristi islamici provenienti dalla Siria su una barchetta, poi schedati prima di proseguire per Vienna.
Diversi cambi di territori, di identità, di provenienze e di numeri telefonici prima di approdare in Francia e di assassinare centoundici persone in “due ore trentotto minuti e quarantasei secondi”.
Si chiede Carrère: “Loro (i terroristi) non avevano nulla di diverso dei ragazzi che ho conosciuto laggiù. Forse era altrettanto facile affezionarsi a loro, e i loro racconti erano altrettanto convincenti. Anche loro arrivavano dalla Siria e dichiaravano di essere stati cacciati da Assad, mentre erano teleguidati dall’Isis per seminare distruzione e terrore nel cuore dell’Europa. Se avessero partecipato al mio laboratorio di scrittura, avrei diffidato di loro? O non avrei invece scritto pagine piene di fiducia e di compassione?”.
Quando i politicanti dell’ospitalità, tra indecenti piagnistei, commozioni untuose e invereconde retoriche, esaltano la necessità della accoglienza indiscriminata, devono porsi alcune domande, per il bene del popolo e la salvaguardia della nazione.
Questi che precedenti hanno? Quali sono i loro veri nomi? Quale è il vero paese di provenienza? Sono banditi comuni o affiliati a qualche gruppo radicale? Quali sono le loro conoscenze del territorio verso cui sono diretti?
Queste ed altre domande le agenzie di sicurezza dell’Italia dovrebbero porre e porsi. Ma mi rendo conto che anche la mia richiesta è retorica: perché la sinistra è sempre stata la quinta colonna dello straniero. Niente di nuovo, quindi, sotto il cielo della viltà, della diserzione e del disfattismo.
Ah, intendiamoci bene, anche altri governi si sono piegati e si genuflettono ancora allo straniero, sia esso la Nato o la UE, ma questo è un capitolo a parte, che interessa comunque l’ostilità verso la Nazione e il popolo italiano.

Di Adriano Segatori

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