La grande intesa del Mediterraneo

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Luigia Aristodemo

La grande intesa del Mediterraneo di Luigia Aristodemo

Nel quadro delle politiche europee, Ue e Marocco hanno da tempo avviato un piano d’azione all’interno del Piano Europeo di Vicinato. Dal 2008 l’Unione europea cerca strategie e soluzioni per portare il Marocco al livello di status avanzato, cioè creare un rafforzamento delle relazioni bilaterali tra gli Stati.

Tali strategie mirano, tra l’altro, a completare quel processo di riordino politico, civile e sociale del Paese verso la democrazia, il rispetto dei diritti umani, la legalità e gli scambi culturali. All’interno di questa sinergia ci sono obiettivi ambiziosi, come la lotta al terrorismo, al traffico di stupefacenti, alle discriminazioni e alle disuguaglianze. Un processo di cooperazione, pace e sviluppo che ha investito tutti gli Stati del Nord Africa durante la Primavera Araba e che ad oggi è sotto l’occhio attento dell’Ue. Negli ultimi due anni, i nostri sforzi come insieme di Stati Membri Democratici, sono totalmente protesi verso una guerra a un nemico comune, che non è soltanto il terrorismo integralista o la corruzione. Il nemico invisibile, silenzioso, subdolo si chiama pandemia e attualmente il nostro unico obiettivo e quello di sconfiggerlo e iniziare di nuovo a progettare e lavorare insieme per far ripartire, con un nuovo slancio e una nuova coscienza, l’economia – mondo.
Il Marocco, attualmente, è settimo nella classifica mondiale delle vaccinazioni, con circa il 9% della popolazione totale vaccinata, superando così Italia e Francia (dati dei primi di marzo). Ma questa non è la gara per eleggere il primo della classe, il Covid non guarda il passaporto dei contagi e dei contagiati. Rabat è stata inserita nel 2020 all’interno della Piattaforma Covax, consorzio formato da 190 governi, promosso dall’Oms, in cui alcune nazioni finanziano l’ acquisto di vaccini per quelle più povere. I tempi di distribuzione non sono gli stessi per tutti i Paesi e il virtuoso Marocco, ha accelerato, singolarmente, il processo di vaccinazione, senza aspettare i tempi dell’Oms.
Dobbiamo essere allineati e coesi nel fare fronte comune contro questo devastante avversario. Solo rimanendo solidali , senza lasciarci andare a inutili e sterili confronti e, come ci ricorda l’Europa, rimanendo Uniti nelle diversità, ne usciremo rafforzati nelle nostre istituzioni, politiche sociali e culturali, non dimenticando mai l’identità e le radici mediterranee che ci accomunano.

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