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Lione, l’attentato “elettorale” che si è sottaciuto

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Lione

In corrispondenza delle elezioni europee, si è riacceso l’allarme terrorismo in Europa. Il pacco bomba di Lione prima, la stazione ferroviaria evacuata a Bruxelles poi. Le forze dell’estremismo hanno fatto sentire la loro presenza alla vigilia e immediatamente dopo le votazioni. “Siamo sempre qui e l’Europa, qualunque direzione prenderà, dovrà fare i conti con noi”: ecco il messaggio che hanno voluto lanciare.

La questione è stata volutamente ignorata durante la campagna elettorale dai partiti di centro-sinistra e centro-destra tradizionali, nel timore che discuterne apertamente potesse portare ulteriore acqua al mulino dei cosiddetti populisti. L’indicazione della pista anarchica per l’identificazione dell’uomo in bicicletta che ha depositato il pacco bomba, sa ancor più di depistaggio mediatico nei confronti dell’opinione pubblica dopo gli arresti avvenuti ieri a Lione. L’uomo in bicicletta sarebbe infatti un 24enne studente d’ingegneria informatica di origine algerina. L’ordigno azionato a distanza ha provocato 13 feriti, ma verosimilmente la sua intenzione era quella di provocare una strage, visto che il tipo di esplosivo utilizzato (TATP, perossido di acetone) era lo stesso degli attacchi al Bataclan e all’aeroporto di Bruxelles. La bomba era una di quelle che possono essere fabbricate in casa, con l’ausilio di internet, e alla sua fabbricazione devono aver contribuito il fratello minore diciottenne e i genitori, tutti arrestati. Una sorella è stata invece interrogata come persona informata sui fatti, come riporta il quotidiano La Stampa.

A differenza dei numerosi precedenti che hanno riguardato la Francia, il giovane non era un volto conosciuto dalle autorità di sicurezza, mentre emergono analogie con gli attentatori della strage di Pasqua in Sri Lanka per via del coinvolgimento di membri della famiglia e per il livello di educazione ricevuta. L’estremismo sta dunque ingrossando i suoi ranghi con nuove reclute e si conferma capace di conquistare menti e cuori anche tra i banchi delle università e non soltanto nelle banlieue. La connivenza dei genitori rivela inoltre quanto l’estremismo riesca a essere totalizzante, al punto da trasformare un intero nucleo familiare in un gruppo jihadista combattente. I “radicalizzatori” della famiglia di origine algerina restano al momento sconosciuti, ma trattandosi di Francia il pensiero si dirige automaticamente alla rete di moschee, associazioni culturali, imam e attivisti affiliati ai Fratelli Musulmani e finanziati dal Qatar degli emiri Al Thani, così come denunciato nel libro inchiesta Qatar Papers. D’altro canto, per proseguire con le analogie, la fonte d’ispirazione ideologica degli attacchi in Sri Lanka risponde alla figura di Yusuf Al Qaradawi, leader mondiale dei Fratelli Musulmani, legato a doppio filo al Qatar e alla Turchia di Erdogan, nonché al capo dell’organizzazione che le autorità di Colombo hanno indicato come esecutrice della carneficina.

L’estremismo è pertanto una realtà sempre più diffusa in Europa ed evitare di affrontare la questione non aiuta in alcun modo a farlo scomparire. Piuttosto, esorcizzando il male del terrorismo jihadista con il nuovo mantra dell’islamofobia da recitare in conferenze e dibattiti televisivi, si contribuisce ad ingigantire ulteriormente l’impasse politica e decisionale che ha caratterizzato finora sia l’Unione Europea che i suoi stati membri. Dopo il verdetto favorevole delle urne, le forze che non si riconoscono nel raggruppamento socialista e popolare dovrebbero così favorire l’adozione in Parlamento di provvedimenti volti a colpire duramente le fonti di finanziamento (leggasi Qatar) e sradicare le strutture di proselitismo dei Fratelli Musulmani, impedendo che se ne costituiscano di nuove. In Parlamento, inoltre, una sostanziale revisione delle relazioni con il regime di Doha e la designazione dei Fratelli Musulmani come organizzazione terroristica dovrebbero essere approvate. È questa la strada da seguire, se l’Europa intende davvero cambiare rotta anche nel contrasto alle organizzazioni e ai paesi che supportano estremismo e terrorismo.

Di Souad Sbai per La Nuova Bussola Quotidiana

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