Parigi, da 4 anni all’ergastolo per attentati 2015

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Ieri pomeriggio la Corte d’Assise Speciale di Parigi ha condannato a pene che vanno da quattro anni di reclusione all’ergastolo, gli imputati processati per il loro ruolo nella preparazione degli attentati del gennaio 2015 contro Charlie Hebdo e l’Hyper Cacher.

Questo tipo di condanne è generalmente inferiore alle requisizioni della Procura Nazionale Antiterrorismo, che aveva chiesto l’ergastolo per due imputati e da cinque a trenta anni di reclusione per gli altri 12, considerando che erano serviti da “perno” per gli attentati jihadisti di Parigi.

La sentenza più pesante, l’ergastolo, è stata pronunciata contro Mohamed Belhoucine, presunto morto in Siria e processato in default. Il presunto mentore dell’assassino di Hyper Cacher, Amédy Coulibaly, è stato dichiarato colpevole di “complicità” in crimini terroristici.

Hayat Boumeddiene, ex compagna di Amédy Coulibaly, non ritrovata dalla sua fuga in Siria pochi giorni prima degli attentati, è stata condannata per parte sua a 30 anni di reclusione con un periodo di sicurezza di due terzi.

Identica sentenza è stata pronunciata contro Ali Riza Polat, presentato come il “braccio destro” dell’assassino dell’Hyper Cacher. Questo 35enne franco-turco, colpevole di “complicità”, “ha avuto un ruolo essenziale” nella preparazione degli attacchi, ha detto la Corte.

Il suo avvocato Isabelle Coutant-Peyre subito dopo la dichiarazione di deliberazione ha annunciato la sua intenzione di presentare ricorso.

Altri tre imputati, tutti vicini ad Amédy Coulibaly, sono stati giudicati colpevoli di associazione di criminali terroristici, come ritenuto dal tribunale che non potevano ignorare la natura del progetto del killer dell’Hyper Cacher di cui conoscevano le condanne.

Tra loro, Amar Ramdani ha ricevuto la pena più pesante, 20 anni di carcere, con un periodo di sicurezza di due terzi. Nezar Mickael Pastor Alwatik, ex prigioniero di Amédy Coulibaly, è stato condannato a 18 anni di reclusione e Willy Prevost a 13 anni di reclusione.

I cinque magistrati di professione, invece, hanno abbandonato la qualifica di terrorista per sei imputati, che sapevano poco di Amédy Coulibaly e per i quali è stata stabilita “nessuna fede religiosa o ideologia di tipo radicale”.

Sono state così pronunciate condanne da cinque a dieci anni di reclusione nei confronti di quattro imputati coinvolti nella sezione “Ardenne belghe”, riconosciuti colpevoli di semplice reato di “associazione per delinquere”: Metin Karasular, Michel Catino, Abdelaziz Abbad e Miguel Martinez.

Nella sezione “Lille”, otto anni di carcere sono stati pronunciati contro Saïd Makhlouf e Mohamed Fares, giudicati colpevoli degli stessi fatti. L’unico imputato apparso libero, Christophe Raumel, è stato condannato a quattro anni di carcere.

La Corte Speciale d’Assise ha infine preso atto della conclusione dell’azione pubblica contro il 14imo imputato, Mehdi Belhoucine, fratello di Mohamed Belhoucine: il giovane, presunto morto e anch’egli processato in contumacia, già condannato a gennaio per associazione a delinquere nel processo cosiddetto “fantasmi della jihad”.

Di Laila Maher

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