Cremlino: stiamo seguendo gli sviluppi della situazione in Tunisia

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Cremlino – Il portavoce della presidenza russa Dmitry Peskov ha annunciato oggi, che il Cremlino sta seguendo gli sviluppi della situazione in Tunisia.

In un comunicato stampa, Peskov ha dichiarato: “Stiamo seguendo (la situazione) e non contiamo su nulla che minacci la stabilità e la sicurezza dei cittadini in questo paese”.

Dal canto suo, l’ambasciata russa in Tunisia ha comunicato di non avere informazioni sugli arresti di cittadini russi nel Paese o di un  sostegno consolare da parte loro a fronte dell’aggravarsi della situazione politica in Paese.

In un comunicato l’ambasciata ha inoltre indicato che la situazione in Tunisia resta generalmente calma, aggiungendo che finora non sono state registrate richieste di assistenza medica da parte di cittadini russi residenti in Tunisia. Tuttavia, l’ambasciata ha consigliato ai cittadini russi di prendere “tutte le precauzioni necessarie, compreso di abbandonare i viaggi all’interno del paese, evitare di trovarsi in luoghi affollati, compresi i centri commerciali, fare scorta di cibo, acqua potabile e materiali di base e astenersi dal fotografare il personale militare e di sicurezza .”

L’ambasciata ha sottolineato di seguire da vicino gli sviluppi della situazione nel Paese.

Ieri, domenica, che coincide con la Giornata Nazionale per celebrare il 64° anniversario della Festa della Repubblica, le città tunisine hanno assistito a manifestazioni e proteste contro il deterioramento delle condizioni economiche, soprattutto alla luce della crisi epidemica nel Paese.

I manifestanti hanno lanciato slogan che chiedevano lo scioglimento del Parlamento e il rovesciamento del governo, e alcune sedi del movimento “Ennahda”, che rappresenta la maggioranza in Parlamento, sono state bruciate e attaccate.

L’esplosione del conflitto politico e l’intensificarsi della differenza tra presidenza, parlamento e governo, che si è riflessa nelle strade tunisine, ha portato il presidente Kais Saied ad adottare misure eccezionali, tra cui il congelamento dei lavori del Parlamento e lo scioglimento del governo, ai sensi dell’articolo 80 della Costituzione tunisina.

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