Afghanistan: evacuato con cani e gatti l’ex soldato ed attivista britannico Pen Farthing, ma il suo personale non ce la fa

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Fonte: BBC

Tra coloro che sono riusciti a lasciare l’Afghanistan, c’è l’ex soldato britannico Paul (Pen) Farthing. Fa notizia perché nel 2007 aveva fondato a Kabul un’organizzazione a protezione degli animali abbandonati: Nowzad. L’aveva chiamata così in onore di una città dov’era stato (Now Zad) e del primo cane che aveva salvato dai combattimenti clandestini.

I quattro zampe vivevano in un rifugio e avevano la possibilità di essere adottati all’estero. Pochi giorni fa il militare è riuscito a portali con sé in Inghilterra (200 tra cani e gatti), dopo aver scritto sui social veementi appelli al suo governo per loro e per il personale dell’associazione.

Una bellissima storia, ma ha suscitato polemiche perché il personale non è potuto partire come molte altre persone. C’è particolare preoccupazione per le veterinarie, che Farthing aveva aiutato a laurearsi. Del caso si sta occupando anche l’Associazione Donne Medico Veterinario, che da subito ha seguito la vicenda.

La presidente Rebecca Bragadin ha spiegato: “Abbiamo cercato in tutti i modi di offrire il nostro sostegno anche soltanto pagando le schede telefoniche delle nostre colleghe perché non rimanessero completamente isolate. Siamo state giornalmente in contatto con tre di loro, di cui per sicurezza preferiamo non svelare né nomi né dove si trovano, e abbiamo sperato fino all’ultimo che riuscissero a salire su quell’aereo ma da quando c’è stato l’attentato in aeroporto è cambiato tutto. Molte volte sembrava che fosse tutto pronto per la loro partenza. Poi, invece, ogni volta, la partenza veniva rimandata e loro rimanevano lì”.

Ci sono stati diversi ritardi, infatti, spiega anche un post di ADMV, ma finalmente Paul Farthing e animali sono riusciti a lasciare l’Afghanistan. L’attivista “avrebbe potuto tornare nel Regno Unito molto prima ma non voleva abbandonare il suo staff, le loro famiglie (70 persone) e suoi animali (circa 200)”, prosegue la Bragadin.

Le colleghe afghane hanno avvisato quando il decollo era avvenuto, ma loro e le loro famiglie sono rimaste a terra. Dopo l’attentato del 26 agosto, i certificati del governo inglese in loro possesso “non sono più stati sufficienti per salire sull’aereo che, tra l’altro, è stato interamente pagato dalle donazioni raccolte da Nowzard”, racconta ancora Rebecca Bragadin. Ora queste donne rischiano la vita perché hanno studiato e lavorato per una ong.

La veterinaria italiana risponde anche alla polemica che infuria in Gran Bretagna, secondo cui il salvataggio di quei cani e gatti avrebbe impedito il salvataggio di persone. “Una polemica inutile e un paradosso inesistente: i cani e i gatti non hanno portato via il posto a nessuno, visto che viaggiavano in stiva – conclude la presidente ADMV – e Pen Farthing è stato il primo a dire, in questi giorni, che non voleva abbandonare il suo staff – ripete – Ma era davvero in pericolo, perché i Talebani lo conoscono bene e conoscono il lavoro che ha fatto in questi anni, aiutando anche molte donne a studiare. I suoi ex collaboratori sono i primi ad essere sollevati che sia finalmente potuto partire per far ritorno a casa”. Certo è che lui e gli animali salvati hanno ancora bisogno di afghane ed afghani che li hanno aiutati finora.

Alessandra Boga

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