L’Afghanistan, riconsegnata nelle mani dei talebani da fine agosto, è in bilico, sull’orlo di un abisso economico e sociale.
Dopo l’uscita delle forze statunitensi dal Paese, la crisi di liquidità ha colpito la sua già debole economia; più di 9 miliardi di dollari sono stati congelati e alcune società locali sono state costrette a chiudere, mentre le banche a limitare ai cittadini i prelievi dai conti correnti.
Con l’America e gli altri paesi europei impossibilitati a riconoscere i talebani come un’autorità legittima, a causa del loro coinvolgimento nel terrorismo e nelle violazioni dei diritti umani, i nuovi governanti hanno perso l’accesso ad oltre 9 miliardi di dollari di riserve della banca centrale, inoltre sono stati sospesi finanziamenti dalla Banca e dal Fondo Monetario Internazionale creando così un problema di liquidità che sta paralizzando il paese.
La scarsità di disponibilità di denaro, oltre alle restrizioni imposte alle frontiere e all’aumento dell’isolamento internazionale che è stato praticato contro il movimento estremista per revocare allo stesso le concessioni che garantiscono i diritti umani e la lotta al terrorismo, ha portato migliaia di lavoratori alla povertà privandoli dei loro stipendi e, ha spinto migliaia di bambini al contrabbando alle frontiere.
Le ripercussioni di questa crisi di liquidità restano le più preoccupanti, nella possibilità di esacerbare la penuria alimentare e aumentare il costo dei beni di prima necessità, si sta aprendo la strada ad una crisi economica e umanitaria molto più grave e più ampia di quello che si possa immaginare.
Nei 20 anni di presenza degli Stati Uniti, l’economia afgana è stata principalmente sostenuta dagli aiuti internazionali e dal dollaro americano, che è stato scambiato e negoziato insieme alla valuta locale, nonché regolarmente utilizzato per pagare beni e servizi importati e transazioni più grandi come l’acquisto di una casa o il pagamento delle tasse scolastiche.
Per mantenere le poche riserve rimaste, i talebani hanno fatto ricorso a controlli sui capitali , incluso impedire agli afgani di prelevare dollari dal paese e limitare i prelievi bancari a 200 dollari a settimana.