Melilla, un video testimonia che i migranti erano armati

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migranti Melilla

Hanno fatto molto discutere le immagini diffuse nei giorni scorsi che ritraevano migranti di origine subsahariana rimasti uccisi o feriti il 24 giugno, nel tentativo di scavalcare la barriera che separa il Marocco dall’enclave spagnola di Melilla. L’opinione pubblica si è sin da subito schierata contro Spagna e Marocco per il presunto trattamento violento riservato ai migranti africani dalle forze dell’ordine. In questi giorni è invece spuntato un video che racconta una realtà molto differente da quella diffusa da media e ong.

Il video in questione racconta l’evoluzione dei fatti a partire dal giorno prima dell’accaduto, quando le autorità, che hanno effettuato delle operazioni di perquisizione a scopo cautelare, hanno sequestrato armi alla maggior parte dei 2000 migranti, radunatisi poi il giorno successivo in una foresta vicina, attorno alle 7 di mattina, prima di dirigersi verso Melilla e sferrare l’attacco per superare la frontiera. Il video dimostrerebbe come l’assalto sia stato premeditato e organizzato: si vedono infatti uno dei leader galvanizzare i migranti per indurli a fare qualsiasi cosa per passare e un incendio in una foresta vicina utilizzato come diversivo, con conseguente impiego due Canadair per placare le fiamme.

Una volta attaccato il punto di passaggio e a causa dello spintonamento, i migranti, armati ancora di bastoni, hanno finito per cadere facendo crollare la recinzione sotto il loro peso. Le persone che sfortunatamente sono rimaste uccise, dunque, sono morte per soffocamento o schiacciamento e non per mano delle forze dell’ordine. Chi è riuscito a passare la frontiera, invece, ha iniziato ad insultare il Marocco con parole pesanti e gestacci, come testimonia chiaramente il video.

Il paese nordafricano sostiene che la maggior parte dei migranti passano attraverso il Sahara libico e algerino per distruggere le relazioni tra Marocco e Spagna, nonché offuscarne la reputazione internazionale. Tutto questo ha l’obiettivo di far sì che al Marocco si impongano pesanti sanzioni e si realizzi così il sogno Polisario-iraniano, che aspira a destabilizzare la sicurezza di Ceuta e Melilla per incoraggiare il risentimento africano contro il Regno.

Il capo del governo spagnolo, Pedro Sánchez, si è schierato a fianco delle autorità marocchine nella vicenda, sottolineando che il Marocco deve essere aiutato a controllare i flussi migratori e insistendo nel dare responsabilità ai criminali responsabili della tratta dei migranti.

Di Laila Maher

 

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