Messico: la furia dei narcos dopo la cattura del figlio del “Chapo”

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Messico: la furia dei narcos dopo la cattura del figlio del “Chapo” – Uccisi tre agenti delle forze di sicurezza. Posti di blocco, spari contro due aerei e una ventina di feriti a Culiacan. Il tutto a pochi giorni dalla visita in Messico del presidente americano, Joe Biden.

Tre uomini delle forze di sicurezza sono stati uccisi in Messico nei furiosi scontri con i narcos seguiti alla cattura di Ovidio Guzman Lopez, il figlio del narcotrafficante Joaquin ‘El Chapo’ Guzman in carcere negli Usa. Il giovane è stato catturato a Culiacan, nello stato messicano di Sinaloa, dopo sei mesi di pedinamenti, e trasferito a Città del Messico.

Proprio Sinaloa è stato teatro di violenze, con i narcotrafficanti che hanno istituito posti di blocco. L’aeroporto locale è stato attaccato e colpi sono stati esplosi contro due aerei e nei tre scali dello Stato sono stati cancellati un centinaio di voti. Una ventina i feriti portati in ospedale.

Ovidio Guzman-Lopez è considerato il nuovo capo del ‘cartello del Pacifico’ fondato dal padre. “Il topo”, come è soprannominato, è stato messo a disposizione della Procura della capitale specializzata nel contrasto al crimine organizzato (Fgr). Il boss era ricercato dal 2008 anche negli Usa e l’arresto e’ avvenuto a pochi giorni dall’arrivo in Messico del presidente americano, Joe Biden, per il vertice delle Americhe.

Agi

 

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