Il premier israeliano Netanyahu a Roma: venerdì l’incontro con la premier Meloni

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Il premier israeliano Netanyahu a Roma: venerdì l’incontro con la premier Meloni – Il leader del Likud si fermerà in Italia fino a sabato, “Roma riconosca Gerusalemme come capitale”, dichiara in un’intervista. Fitta l’agenda di incontri istituzionali. Intanto continuano le proteste in Israele contro la riforma della giustizia

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu è atteso oggi a Roma per la sua terza visita all’estero da quando è tornato alla guida del governo a fine dicembre. Pressato dalle ampie proteste in patria contro la riforma della giustizia e da una nuova escalation di tensione in Cisgiordania, il leader del Likud si fermerà in Italia fino a sabato.  All’aeroporto Ben Gurion di Tel Aiv sono stati allestiti rigidi blocchi stradali da parte di folti gruppi di manifestanti che volevano impedire la sua partenza per la visita di Stato in Italia. Il premier israeliano, prima di partire,  ha incontrato Il capo del Pentagono Lloyd Austin. Il faccia a faccia si è tenuto nella sede dell’Israel Aerospace Industries all’interno dello scalo, a causa delle ampie proteste in corso.

La visita in Italia prevede una fitta agenda di incontri, a cominciare dal pranzo di lavoro in programma domani con la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, cui seguirà una conferenza stampa. Sempre venerdì, Netanyahu parteciperà insieme al ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, al Forum economico per le imprese a Palazzo Piacentini.

Questa sera invece il saluto alla comunità ebraica romana, alla presenza della presidente Ruth Dureghello, della presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane (Ucei) Noemi Di Segni e del rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni.

L’ultima volta che Netanyahu è stato a Roma per una visita di Stato a Roma era il giugno 2016, per incontrare l’allora premier Matteo Renzi.

In ragione di una tradizione “forte e antica” fra Roma e Gerusalemme “credo sia venuto il momento per Roma di riconoscere Gerusalemme come capitale ancestrale del popolo ebraico, da ben tremila anni. Come hanno fatto gli Stati Uniti con un gesto di grande amicizia”. ha detto Benjamin Netanyahu in un’intervista a Repubblica, alla vigilia del suo arrivo in Italia. “Con l’Italia abbiamo relazioni molto solide ma vorrei vedere più collaborazione economica. Israele è una patria dell’innovazione e credo che reazioni più strette con le vostre aziende saranno positive per entrambi. E poi c’è il gas naturale: ne abbiamo molto e vorrei discutere di come farlo arrivare in Italia per sostenere la vostra crescita economica”, ha commentato Netanyahu.

Sul fronte strategico “parleremo dell’Iran“, ha aggiunto: “dobbiamo impedire che raggiunga l’atomica perché con i suoi missili potrebbe raggiungere molti Paesi, anche in Europa, e nessuno vuole essere preso in ostaggio da un regime fondamentalista dotato del nucleare. Inoltre, auspico un’ accelerazione nel cambiamento di approccio dell’Italia alle votazioni all’Onu. Dal 2015 l’Italia ha votato all’Onu ben 89 volte contro di noi. È un fatto che stride con le ottime relazioni bilaterali. Invece di occuparsi di nazioni come Siria e Iran dove i diritti più elementari vengono violati, all’Onu si vota contro Israele, l’unica democrazia del Medio Oriente. Infine, vorrei con l’Italia una partnership più stretta sulle politiche Ue“, ha insistito il premier israeliano.

In merito alle proteste che durano da nove settimane contro la riforma della giustizia dice: “Queste proteste dimostrano quanto è solida la nostra democrazia”. E sottolinea: “Le proteste sono parte naturale di questo confronto ma credo che le supereremo”. Il movimento di protesta ha indetto per la giornata di oggi “una giornata nazionale di resistenza alla dittatura” con iniziative simili a quelle della giornata di protesta tenuta la scorsa settimana, con proteste in tutto il paese, blocchi stradali, scioperi dei lavoratori e altre interruzioni alle attività quotidiane. Secondo l’emittente israeliana Kan, i manifestanti vorrebbero anche lasciare a terra circa 100 voli.

I primi due mesi e mezzo del sesto mandato di Netanyahu sono stati segnati da forti tensioni in Cisgiordania, con ripetuti attacchi palestinesi, operazioni delle forze armate israeliane, in particolare a Jenin e Nablus, e dieci giorni fa l’assalto dei coloni alla cittadina palestinese di Huwara.

rainews

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