Terremoto Marocco: Tafeghaghte il paese raso al suolo dal terremoto, metà della popolazione è morta

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Terremoto Marocco: Tafeghaghte il paese raso al suolo dal terremoto, metà della popolazione è morta – Tafeghaghte, il paese raso al suolo dal terremoto: metà della popolazione è morta – Il villaggio situato nella regione di Marrakech-Safi non esiste più. Nessuna casa è rimasta in piedi, al posto del paese adesso c’è soltanto una distesa di detriti. Il racconto dei superstiti: “Tutti gli abitanti sono in ospedale o sono morti”.

Sono oltre duemila le persone che hanno perso la vita a causa del violento terremoto che venerdì scorso ha colpito il Marocco. Un sisma di magnitudo 7 sulla scala Richter, percepito con particolare intensità a Marrakesh, Agadir, Rabat e Casablanca, che ha raso al suolo interi paesi, soprattutto nella zona di provincia di Al Haouz, epicentro del terremoto, dove le vittime registrate sono ben 1.351.

Tafeghaghte, il villaggio raso al suolo dal terremoto

Uno dei villaggi letteralmente cancellati dalla furia della natura è Tafeghaghte. La piccola cittadina situata alle pendici dell’Alto Atlante, nella regione di Marrakech-Safi, non esiste più. Nessuna casa è rimasta in piedi, nessuna costruzione ha resistito alla forza del sisma: metà degli abitanti sono deceduti, gli altri sono feriti o dispersi. Mentre i soccorsi scavano a mani nude tra ciò che resta delle abitazioni in argilla, le speranze di trovare dei sopravvissuti sono sempre meno.

“Le persone in questo villaggio sono in ospedale o sono morte”. Queste le parole senza mezzi termini utilizzate da uno degli abitanti di Tafeghaghte sopravvissuto al sisma. Come racconta la Bbc, lo scenario è apocalittico: una distesa di macerie, case di pietre e mattoni che non potevano resistere alla potenza del terremoto: 90 dei 200 residenti sono morti, molti altri sono ancora dispersi. “Non hanno avuto la possibilità di scappare – ha raccontato alla Bbc Hassan, un altro superstite – non hanno avuto il tempo di salvarsi. Io sono riuscito a risalire dalle macerie, ma ci sono persone sepolte, come mio zio, che non potranno essere salvate. Nessuno qui ha i macchinari necessari e gli aiuti non sono ancora arrivati. Abbiamo bisogno dell’aiuto del nostro governo”.

“La nostra casa era lassù, ora fa parte di una distesa di detriti – ha spiegato all’emittente inglese Abdou Rahman, un uomo che ha perso la moglie e i suoi tre figli -. Si vedono ancora le coperte bianche e i mobili. Tutto il resto è sparito. Dopo la scossa ho corso per 3 km dalla stazione di servizio in cui stavo lavorando: quando sono arrivato ho iniziato a gridare il nome dei miei figli, ma le mie urla si univano a quelle degli altri. Per me non c’è stata risposta – ha aggiunto – li abbiamo seppelliti ieri. Quando li abbiamo trovati erano tutti rannicchiati insieme, dormivano abbracciati”. Scene strazianti che si ripetono villaggio dopo villaggio, dove si continua a cercare tra le macerie e dove il bilancio delle vittime, purtroppo, è destinato ad aumentare.

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