Quel marchese di Grillo

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11 settembre - streghe - ucraina

Non parliamo del celebre marchese portato sullo schermo da un immenso Alberto Sordi, ma del giullare genovese fondatore del Movimento 5 Stelle.
L’uomo delle forche sulla pubblica piazza, dello spazza corrotti, del “palazzo di vetro”, della cancellazione della prescrizione e del “apriremo le istituzioni come “scatolette di tonno”. Tutte belle parole poi troppo spesso disattese, perché come un “marchese del grillo” qualsiasi, le regole vanno bene se le si impongono agli altri.
Grillo senza rispetto alcuno per una ragazza, si è prodigato sui social nell’improbabile difesa del figlio accusato di uno dei crimini più orrendi
Stupro.
La vicenda, malgrado la timidezza dei media mainstream, è nota. Durante una festa nella villa in Sardegna di papà Bebbe, il figliol prodigo Ciro, avrebbe fatto ubriacare e drogare una ragazza della quale poi avrebbe abusato con i suoi amici. Una vicenda di uno squallore aberrante. Nessun padre, dotato di senno, si esporrebbe su una vicenda del genere, anzi, cercherebbe il più possibile di sparire, in un misto di vergogna e disgusto per quanto fatto dal proprio erede. Sono (purtroppo) eventi simili che tirano fuori la vera natura delle persone.
Nessuna pietà per la vittima, nessun rispetto per la famiglia, loro possono tutto, loro sono sopra tutto.
Sono degli intoccabili, dei nuovi sovrani assoluti, e lo sono per “decreto divino”, tronfi della loro boria, della loro superiorità autocelebrativa.
E’ questo il problema del Movimento 5 Stelle. Se è così il loro leader, figuriamoci una combriccola di perfetti sconosciuti nominati in parlamento. La dimostrazione? Hanno cambiato i loro dogmi con piroette circensi, hanno rinnegato i loro stessi valori, incollati alla poltrona con il Bostik, hanno governato con la Lega, con il Partito Democratico ed ora con entrambi.
Loro possono tutto, perché sono quello che sono. Arroganti e strafottenti come tutti coloro che difettano in qualità. La responsabilità è (anche) condivisa con i tanti (troppi) italiani che li hanno votati.
Loro o chi per loro, sono stati abili con l’inganno, inganno al quale in molti hanno creduto. Mi aspetto una levata di scudi dell’ala femminista del PD.
So che rimarrò deluso, ma non si discute il “Marchese Grillo”, poi chi li rivota?

di Alessio Papi

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