La guerra? Signor NO!!

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Nessuno conosce l’esito finale della guerra in Ucraina. Ma tutti conosciamo chi l’ha dichiarata e chi ha inviato migliaia di soldati a lanciare bombe e missili addosso a persone indifese e innocenti. Tv e
smartphone, questa volta, ci permettono di conoscere la realtà, minuto dopo minuto. I principali responsabili del conflitto non potranno nascondersi dietro una maschera e neppure i generali e i colonnelli, complici nel concretizzare decisioni scellerate. Questa volta, le atrocità commesse non si conosceranno soltanto al termine del conflitto, come è avvenuto nel precedente secolo. Forse si prevedeva una guerra lampo, oppure si riteneva che il popolo aggredito, preso dal terrore, lasciasse entrare le truppe russe, spalancando le porte di accesso delle città ucraine. E invece no.
Nulla di tutto questo. L’aggressione al popolo ucraino ha sollevato il disappunto da parte della
quasi totale comunità internazionale, lo si è evinto soprattutto quando, i rappresentanti
dell’Assemblea ONU, hanno voltato le spalle al ministro degli esteri russo Lavrov, mentre iniziava il
suo discorso. Lo si è evinto, quando le piazze di tutto il mondo si sono colorate di pace. Quando le
scuole hanno manifestato il disappunto nei confronti del conflitto. Lo si è evinto quando migliaia di persone, soprattutto giovani, hanno affollato le piazze delle città russe, per dire no alla guerra e, in quei momenti, le forze dell’ordine procedevano con i loro arresti, mettendo in atto un’ulteriore e ingiustificato attacco alla libertà e alla democrazia. A circa una settimana dall’inizio delle ostilità, la brutalità della guerra si vede dalle case sventrate, dai lamenti e dai pianti delle persone, dagli ospedali colpiti, dai morti e dai feriti, dai bambini offesi, dai mezzi blindati che occupano le strade che portano a Kiev. Strade prive di semafori rossi. In guerra non c’è mai un vincitore. La sconfitta finale è quella iniziale, quando si dichiara guerra. La sconfitta è quando la violenza prevale sul
ragionamento. La sconfitta è quando si dichiara di essere a favore della pace e invece si predilige la
forza bruta. La guerra non proviene da forze esterne. La guerra rende protagonisti negativi gli
uomini che, nella maggior parte dei casi, non conoscono neanche i motivi per i quali sono costretti a uccidere altri uomini. Il soldato Joker in Full Metal Jacket di Kubrick, sostiene: “Gli uomini sono nati per uccidere ma portano addosso il distintivo della pace”. Il soldato del Signorsì, Signore! E come non ricordare la dichiarazione fornita nel 1832 da Carl von Clausewitz: “La guerra è la politica dello Stato proseguita con altri mezzi”. Sete di potere mista a narcisismo ossessivo,
economia, avidità, sono queste le principali cause delle guerre, perché generano divergenze di
interessi, incompatibili visioni del mondo e idee diverse di pace. Oggi, le guerre si avvalgono di
nuove tecniche e tattiche: guerre economiche, network centric warfare, cyber warfare. Oggi,
mentre milioni di persone lottano per la pace, altri riflettono e discutono sulle caratteristiche del
soldato del futuro. Il militare dal profilo culturale elevato e con forti motivazioni, dovrà essere
equipaggiato di armi innovative. I cosiddetti esperti del settore bellico ritengono che debba essere
un perfetto conoscitore di strumenti tecnologici ad alta precisione, perché in futuro la guerra sarà
digitalizzata. Nel contempo, a guerra conclusa, dovrà disporre di tutti i requisiti per rientrare nella
vita civile. Non si sa bene di quali requisiti si tratti. Roba da brividi.
Oggi, chi provoca le guerre è uno scarso conoscitore del valore della ragione, della conoscenza e
della dignità umana. Nel caso specifico, se coloro che hanno dato origine al conflitto armato in
Ucraina, avessero letto le pagine di “Guerra e pace”, affresco straordinario in cui traspare la
grandiosa poesia e storia del popolo russo, non avrebbero offeso la dignità del popolo ucraino e​
del mondo intero. Avrebbero colto il pensiero di Lev Tolstoj e della sua simpatia per Karatev,
Bragration e Kutuzov e da loro, avrebbero appreso che solo dalla buona volontà degli uomini si
può realizzare un concreto mondo di pace. La speranza è che la conoscenza e la ragione abbiano
definitamente il primato sugli interessi economici e sui comportamenti arroganti. Senza troppi giri
di parole, finzioni e bugie sulla realtà delle cose.

di Francesco Barone – Ambasciatore di pace

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