“Start” ed “end”, due parole su cui riflettere

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“Start” ed “end”, due parole su cui riflettere –  “Start” ed “end”, inizio e fine, due sostantivi densi di significato tanto più se li rapportiamo al tema degli armamenti nucleari esistenti che potrebbero distruggere più volte il mondo e, quindi, portare alla fine di tutto riproducendo il caos come quando tutto è iniziato.

Per una strana coincidenza semantica START, da contrapporre ad end, è anche l’acronimo di Strategic Arms Reduction Treaty, storico trattato tra Stati Uniti ed URSS. Fu un grande passo avanti per
l’umanità quando il 31 luglio 1991 George H.W. Bush e Mikhail Gorbaciov sottoscrissero i patti in esso contenuti, che limitavano la produzione delle testate nucleari e dei missili balistici lanciati dai sottomarini e
dai bombardieri.

Dopo pochi mesi l’Unione Sovietica crollò ed il trattato rimase in vigore con Russia, Bielorussia, Kazahistan ed Ucraina, tra questi Paesi, poi, solo la Russia mantenne armi atomiche. Nel tempo,
poi, vi furono alterne vicende, START II, START III, che rimase a livello di trattative, SORT, trattato siglato tra Federazione Russa e Stati Uniti il 24 maggio 2002, fino ad arrivare alla firma del così detto New START, quello attualmente in vigore, concluso da Barak Obama e Dmitrij Medvedev l’8 aprile 2010 a Praga, scaduto nel 2021 e rinnovato da Biden e Putin per cinque anni.

Indipendentemente dalle specifiche previsioni dei detti trattati essi hanno avuto ed hanno un’importanza fondamentale per il loro significato, quello della presa di coscienza delle grandi Superpotenze della pericolosità di un’escalation nucleare e della necessità di garantire equilibrio e pace, a fronte del pericolo di una guerra globale dove nessuno vincerebbe e tutti sarebbero sconfitti.
Spaventa, quindi, la presa di posizione di Putin dichiarata nel suo discorso alla Duma di sospensione del trattato, il che sostanzialmente consiste nel non consentire più, al momento, quelle ispezioni incrociate
che USA e Russia potevano effettuare sulla base degli accordi contenuti nel New START, ispezioni che, peraltro, erano state sospese durante la pandemia e non sono state più riprese.
Probabilmente la finalità del Capo del Cremlino è quella, più sottile, di raggiungere il risultato di una estensione dell’accordo anche a Gran Bretagna e Francia, quindi sostanzialmente a tutta la NATO, ma certo
quel clima di reciproca fiducia e collaborazione tra le grandi Superpotenze instauratosi fin dal 1991 non c’è più e la storia ha fatto un salto indietro di trent’anni.
Un nuovo ordine mondiale si sta creando, dove gli Stati Uniti potrebbero non essere più il solo poliziotto del mondo, dove la forza preponderante della Cina avrà un ruolo fondamentale e l’Europa dovrà
necessariamente rafforzarsi con le proprie Istituzioni per non restare schiacciata tra giganti.
La guerra in Ucraina è un termometro di tali cambiamenti ed è inevitabile scegliere da che parte stare.
L’Italia ha avuto sempre una posizione chiara, confermata anche dalla recente visita del Presidente del Consiglio in Ucraina, che ha ribadito, a seguito delle critiche di Zelensky su alcune dichiarazioni di
Berlusconi, che ” valgono i fatti: qualsiasi cosa il Parlamento è stato chiamato a votare a sostegno dell’Ucraina i partiti che fanno parte della maggioranza l’hanno votata. Al di là di alcune dichiarazioni, nei fatti la maggioranza è sempre stata compatta. C’è un programma, è sempre stato rispettato da tutti e confido che sarà ancora così”. Piena solidarietà al popolo ucraino continua a giungere anche dal Santo Padre ed il ruolo di mediazione del Vaticano potrebbe essere determinante, ci si aspetta da tempo, poi, una visita di Papa Francesco nel martoriato Paese.
Sono convinto che prevarrà la ragione, anche solo dei mercati, visto che tutti, Cina compresa, hanno interesse a non compromettere le relazioni commerciali tra i grandi players mondiali, via della Seta
compresa, ma spero anche che vi sia un ravvedimento globale delle nostre società, sempre meno inclini  riflettere sui valori veri della vita e della convivenza sociale, con un nuovo interesse verso i temi etici e la
religiosità, qualunque essa sia, veri pilastri per dare un significato alle nostre esistenze e rimedi insostituibili nei confronti di quella pericolosa sete di potere ad ogni livello, deleteria per tutti noi e foriera di
contrapposizioni tra esseri umani che possono portare a guerre e distruzioni.

Di Antonfrancesco Venturini

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