Immigrazione, dichiarato lo stato di emergenza nazionale

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Immigrazione, dichiarato lo stato di emergenza nazionale –  Il Governo nello scorso Consiglio dei Ministri, con una decisione quanto mai tempestiva ed opportuna, ha dichiarato lo stato di emergenza nazionale in relazione al consistente flusso di migranti che sta creando un insostenibile, e direi disumano, affollamento dei centri di prima accoglienza ed, in particolare, dell’hotspot di Lampedusa, flusso che, con l’arrivo della bella stagione, tenderà certamente ad aumentare in maniera consistente.

La decisione è stata adottata su proposta del Ministro per la protezione civile e le politiche del Mare Nello Musumeci, dopo l’esame dei dati sui flussi presentati dal Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.
Rarissimi sono i casi in cui si è dichiarato detto stato per eventi non conseguenti a fatti naturali, anche se l’art.7 let. c) del Codice della Protezione Civile ha previsto esplicitamente l’utilizzazione dello strumento in caso di “emergenze di rilievo nazionale connesse con eventi calamitosi di origine naturale o derivanti dall’attività dell’uomo che in ragione della loro intensità o estensione debbono, con immediatezza d’intervento, essere fronteggiate con mezzi e poteri straordinari da impiegare durante limitati e predefiniti periodi di tempo”.
E’ evidente che l’aumento esponenziale degli arrivi, più di 32.000 dall’inizio dell’anno con un incremento del 300% rispetto al periodo precedente, necessitava di un provvedimento efficace ed immediato, oltre che
pragmatico e scevro da implicazioni ideologiche, per far fronte a tutte le problematiche connesse, ivi compresa la sicurezza sia dei migranti sia dei nostri cittadini, in quanto centri di accoglienza strabordanti,
non solo non possono garantire condizioni di vivibilità degne di un Paese civile, ma sono facile fonte di criminalità essendo quanto mai difficili i controlli e delinquere per persone disperate spesso è la soluzione
più semplice per sostenersi.
La durata dello stato di emergenza è stata opportunamente fissata, per ora, in sei mesi, sostanzialmente il periodo primavera estate, quando gli sbarchi si fanno più frequenti facilitati dalle buone condizioni meteo,
la legge avrebbe consentito fino a dodici mesi, prorogabili per altri dodici.
Sono stati da subito stanziati 5.000.000 di Euro, a valere sul Fondo per le emergenze nazionali, ma, ovviamente, ciò è solo un inizio, dato che saranno necessarie ulteriori valutazioni delle opportune risorse
finanziarie da impiegare. Certo è che il provvedimento darà la possibilità di interventi più celeri ed efficaci per fronteggiare l’emergenza, prima che l’immigrazione illegale diventi un evento incontenibile e pericoloso per la stessa tenuta sociale del Paese.
Mi aspetto a breve la nomina di un Commissario alla Figliuolo maniera.
Il Governo con tale provvedimento ha lanciato un chiaro segnale all’Europa che non può girarsi dall’altra parte, semplicemente perché il problema è dei confini italiani, in quanto essi sono anche i confini dell’UE.
Andrà affrontata la riforma del regolamento di Dublino, da troppo tempo sul tavolo, ma mai effettivamente attuata secondo le necessità che la storia ci pone di fronte.
Andranno affrontati a livello comunitario, ma non solo, i temi del sostegno e dello sviluppo dei Paesi del Nord Africa, ma anche di quelli più lontani, onde fermare il flusso all’origine ed evitare che disperati
affrontino viaggi disumani mettendo a repentaglio, e, purtroppo, per molti perdendo, le loro vite.
Cominciamo dalla Tunisia, Paese più vicino alle nostre coste, dandole a livello internazionale il sostegno necessario per rafforzare la propria economia, in forte crisi, e le proprie istituzioni, per consentirle di far
fronte alla immigrazione illegale dai Paesi sub sahariani che attraversa il proprio territorio.
L’Africa non può e non deve essere solo un Continente di conquista commerciale, dove la Cina e la Russia stanno prepotentemente entrando ormai da anni, qualsiasi forma di neo colonialismo non potrà far altro che creare problemi e disuguaglianze. Il mondo occidentale deve cambiare decisamente rotta rendendosi conto che, con tutta probabilità, non solo la, sia pur importantissima, partita della immigrazione ma anche
quella ancor più importante del nuovo ordine mondiale si giocherà in Africa e né l’Europa né gli Stati Uniti ritengo possano girarsi dall’altra parte.

Di Antonfrancesco Venturini

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